Proprio come lo scrittore recanatese la squadra di mister Scala le ha viste proprio tutte quest’anno, in quella lega il cui nome fa tanto pendant, Fantachiagn. A settembre sulla carta la squadra sembrava abbastanza competitiva con una buona dose di top player in tutti reparti ma presto la strada sarà in salita e i risultati stentano ad arrivare. Il preludio si ravvisa già alla prima giornata quando la fortunosa autorete di De Sciglio e il rosso di Berardi vanificano la doppietta di Menez, ma saranno solo i primi di una lunga serie di malus che ingoieranno i pochi bonus. Soprattutto le scelte in attacco si riveleranno ben presto sbagliate: Totti non ha lo smalto di un tempo, Berardi è discontinuo, Denis non ne parliamo, Muriel, Iturbe e Keita Balde si riveleranno flop, e vagheranno spesso tra tribuna, panchina ed infermeria. I senza voto in attacco cadono come la pioggia di Dicembre e alla quarta giornata all’espulsione di Nagatomo si accompagna il rigore fallito da Denis: ultimo posto (su 8) più scontato di un mobiletto all’Ikea. Per il Giacomo Leopardi FC è notte fonda e neanche il centrocampo regge all’urto della sfortuna: Hamsik spento, Menez fa il suo, Bonaventura, Kone, De Rossi mediocri più i fantasmi Badej e Carbonero, scommesse palesemente perse già dopo poche giornate. Alla luce di ciò, il presidente, quindi, ricorre all’arma della superstizione: la scelta del nome il pessimismo cosmico derivante non è stata proprio una saggia decisione e perciò si passa ad un nome classico, asciutto e oggettivo, Maiunagioia team. Bisogna attendere comunque la settima giornata per la prima “gioia”: Hamsik si ricorda di fare l’Hamsik e spicca per l’occasione il 7 di Renzetti, un gregario che si rivelerà fondamentale nello scacchiere del mister dato le lunghissime assenze dei vari Barzagli, Nagatomo, De Sciglio e Cassani. Ma le vittorie sono talmente sporadiche che alla 13° l’ultimo posto è ancora dimora ideale per Totti & co. Poi una piccola svolta, piccoli segnali di rinascita: 14, 15, 16 e 18 regalano quattro vittorie consecutive intervallate dal pareggio alla 17, quando l’esplusione di De Sciglio nega la gioia della vittoria contro la prima in classifica. Poi il giro di boa, il mercato: arrivano Babacar e Iago Falque su tutti. Il centrocampo non rimpiangerà i partenti Badelj e Carbonero (che dopo la cessione inizierà anche a segnare). Lo stesso Muriel non prenderà bene la decisione di essere stato scartato e inizierà a segnare maledicendo Babacar che dopo un mesetto intenso e un rigore sbagliato, terminerà la stagione anzitempo. Lo stesso farà Keita Balde, non sostituto degnamente dal suo successore, Belotti, praticamente mai in rete da quando è approdato alla corte del team.
Alla 22 il Maiunagioia team naviga ancora nei bassi meandri della classifica, ora settimo. Alla 28 è quinto ma alla 29 si capisce che scalare la classifica è veramente un’impresa: si perde 5 a 4 e sottolineo 5 a 4 ( 92,5 a 86,5) contro l’ultima in classifica, contro la quale non bastano nemmeno 5 gol più il rigore parato da Handanovic. Si respira aria di rassegnazione e alla giornata successiva servono ben 80 punti per vincere (3-2 contro Libanese FC). Ci piazziamo così quarti a pari punti con Nemico Dream Team e a sole due lunghezze dal terzo posto (con i primi due che viaggiavano su altre dimensioni già da tempo). A complicare le ultime giornate però ci pensano le lunghe squalifiche di Menez e Denis, che vanno ad aggiungersi ai frequenti turn-over in cui incappano i vari Darmian, Barzagli, Hamsik e agli infortunati “definitivi” Morganella (arrivato al posto di Cassani) e Babacar. Assenze comunque pesanti che non influiscono tanto sull’andamento: arrivano 7 punti tra la 31 e la 34 e il Maiunagioia Team ora è 3 grazie anche allo scontro diretto alla 34, vinto contro Nemico Dream, staccato ora di 3 punti. A 3 giornate dalla fine tutto può succedere, anche se è già successo di tutto e il presidente non crede al 3 posto. In effetti è proprio questa la strategia, l’unico filo conduttore di quest’andamento altalenante del Maiunagioia Team: piangere, piangere, piangere. In tutti i modi possibili e immaginabili. “Sono sicuro che terminerò quinto, già lo so, sono rassegnato” queste le amare dichiarazioni dello sconsolato proprietario di questa sfortunata compagine.
Gavino Scala - La mia Lega Fantagazzetta
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