Ovvero, "l’arte di non Quagliare…lla".

Il Verona di Oddo, il Chievo di Corini, senza contare la Lazio di Crespo, la Roma di Montella, il Venezia di Maniero e il Piacenza dell’inossidabile Dario Hubner. Una macchina da guerra: 82 goal in una sola stagione fantacalcistica. Era il lontano 2002, poco più che ragazzino, e la domenica i +3 fioccavano come nelle migliori bufere di neve siberiane. Poi il gelo, anzi no, la nebbia, quella del Garilli dell’8 dicembre 2001: Piacenza - Bologna 2-0, doppietta di Hubner. La Gazzetta dello Sport (allora non esistevate ancora) gli assegna un indiscutibile 8. Al resto della ciurma viene assegnato un triste n.c.. E lì accade quello che non avrei mai voluto, fantacalcisticamente parlando: 1° a +50 dal secondo, Re indiscusso, sono costretto ad abdicare perché non era giusto che “Hubner prenda il voto e gli altri no”. Tutti i miei amici si ritirano e io con loro. Bambinate di una adolescenza più che passata. “Ci può stare”, direbbe ora Rafa Benitez. Ma allora no. Scottato da quella delusione, non soltanto calcistica ma anche amicale, decido di ritirarmi dalla scala del Fantacalcio.

 

Ma dopo 13 anni si riparte. Accetto la sfida dell’amico Balletta in un caldo sabato d’agosto dopo il consueto caffè tra amici. “Partecipiamo insieme, costruiamo una grande squadra, da primato”. L’idea mi alletta, le incornate di Dario ritornano prepotentemente come i più piacevoli dei flashback e mi gaso. Si va: siamo i Sons of Tequila. All’asta iniziamo forte: il nostro primo obiettivo tra i portieri, Samir pararigori Handanovic, è nostro, soffiato per una manciata di fantamilioni ai True Risen. Affianco un ottimo secondo: Viviano. In difesa non vogliamo spendere molto per concentraci di più su centrocampo e attacco: obiettivo centrato, pochi fantamilioni spesi e una buona qualità difensiva: il colosso (ex) romano Maicon, Torosidis per coprire le spalle al brasiliano (quando?), Caceres, la scommessa (ben riuscita) Holebas ad 1, il sempreverde messicano Rafa Marquez, e l’ormai consacrato Mattia Darmian.

A centrocampo la debacle: puntiamo 8 per un Marko Marin mai visto (0 presenze), perdiamo Pjanic, Candreva e Calleti per pochissimi fantamilioni per prendere chi? Marchisio a 45 (“il principino quest’anno farà molti goal, sarà lui la sorpresa del campionato”), Verdi a 21, Inler (chi ?). Ci consoliamo con l’intramontabile Maxi il piccoletto Moralez e El Tucumano Pereyra (che giocatore). Nel mercato di riparazione ne passano di nomi nella nostra rosa: Sanchez Mino (disastro), Bertolacci, Mati Fernandez e un nome su tutti: Maxime Lestienne, il nuovo talento belga. Un centrocampista da 29 goal in due sole stagioni e sul quale decidiamo di puntare tutto. Risultato: panchina del Genoa allungata di due metri per agevolarlo nella pennichella domenicale, 0 goal e 2 assist (ma dopo averlo tolto, fatto resuscitare dai True che ottengono il +2 e tutto il nostro affetto amplificato, nonché una risata del miglior Mastroianni del mio socio, quando i rivali fanno il suo nome nell’asta di riparazione).

 

Ma veniamo all’attacco: primo nome Pepito Rossi. Ci guardiamo negli occhi il mio socio ed io e ne scaturisce un tacito sì, “rischiamo anche se infortunato, tanto tra un mese tornerà a giocare”. E invece no: va negli States ad operarsi il talento made in Italy. Tornerà tra due mesi ma a partire da ora (dai Pepito facci un goal!). L’asta continua prendendo Quagliarella a 30 e perdendo tutti i suoi goal, i primi 4 ad inizio campionato e gli altri 4 in queste ultime giornate (nell’intermezzo tre mesi di titolarità tra fame e carestia). Allora ‘o fai appost, Fabio! L’asta continua: abbiamo più fantamilioni di tutti: Higuain è dei True, ma noi puntiamo tutto sull’apache Carlitos Tevez. Anonymous Tex ha due slot con 178 di resta, noi circa 200. Basta mettere un santo fantamilione in più. Ma un errore della calcolatrice e l’emozione del momento mi fanno scrivere 176, e lui 177. Ho ricordi confusi, sono ancora frastornato. Non capisco ancora il motivo del perché abbiamo perso Tevez quando doveva esser nostro. Il mio socio non me le manda a dire: “che cazzo hai studiato a fare matematica. E poi ti chiamano Lo Statistico. Almeno io ho studiato Storia e Filosofia”, e mi manda una bestemmia di Seneca in latino. “Socio, tranquillo” - gli dico- “ora stiamo strapieni di milioni che neanche Thohir o Pallotta”. In un certo senso così è stato. Prendiamo attaccanti che ben hanno figurato la scorsa stagione: Toni (20), Destro (13). Addirittura dico al mio socio con tono spavaldo (era per calmarlo): “Eder o Gabbiadini? Se vuoi, anche tutti e due. I soldi non mancano”. Lui dice Citadin Eder e come 6° attaccante prendiamo Djordjevic a 26, perché Sculattino (detto anche Sabbamerda in questo caso) fa busta chiusa con noi per dare fastidio e ci costringe ad alzare la posta. Il risultato è un malleolo rotto, un Toni che è solo il fratello lontano della passata stagione. A salvarsi è il beniamino brasiliano della Samp e questo nuovo acquisto, sponda Milanello, degli ultimi giorni che di Sinistro ha ben poco. Siamo 5° a 30 punti dalla zona podio e a 70 dal primo posto. CrEDERci non ci costa nulla (oddio). Aspettando Pepito. Aspettando il miracolo a Milano. Anche sotto la nebbia. La stessa di 13 anni fa.

 

Mauro Crisci - La mia Lega Fantagazzetta 

 

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