Un sabato mattina. Un orario improponibile. Una saletta al limite del colera. Un caldo asfissiante. 10 stecche di sigarette. 8 thermos di caffè. Quattordici fantallenatori. Ore 7 … inizia la decima edizione del FANTANAPPI. L’atmosfera è quella delle grandi occasioni. La tensione è quella classica, quella che si taglia con un grissino che neanche il Rio Mare. I più nostalgici si sono presentati con un abbigliamento alquanto discutibile nel tentativo di replicare quello che fu all’incirca 10 anni fa, ai tempi del liceo, ai tempi della prima edizione. Alcuni hanno addirittura pensato di riprendere la fonatura ai capelli che tanto andava di moda. Purtroppo non hanno fatto i conti con l’avanzare dell’età, quei capelli sono tutti sul cuscino adesso. Siamo pronti. L’occhio lucido la fa da padrone attorno alla tavola rotonda. Sono certo non si trattasse di emozione, ma un sonno inumano. Il più fresco tra di noi aveva dormito la bellezza di 28 minuti. Ma poco importa. Il presidente si alza dalla sedie, capiamo che il momento è arrivato. Bluff, si parla di regolamento. Sommerso di fischi, realizza che non c’è tempo per queste sciocchezze e allora con lo stesso carisma di Lino Banfi in “L’allenatore del Pallone” estrae la lettera e subito fa: TATARUSANU. Parte un applauso generale, SI COMINCIA. L’aria diventa subito tesa, volano le prime mamme. Mia mamma mi scrive su Whatsapp e mi fa “Claudio mi hai chiamato”. Buffon è già stato battuto, per gli altri solo le briciole. I difensori sono una formalità e nessuno se ne fotte. Attenzione però. Accenno di rissa quando Peppe, acquista PALETTA a 7. Parte un referendum per l’anno prossimo, 13 squadre più una fantasma.
Il caldo inizia ad attanagliare i partecipanti mentre il fumo passivo fa il resto. Si cammina in tondo, qualcuno fa pipì fuori al giardino mentre guarda il golfo di Napoli, c’è chi si fa i selfie con fa pipì fuori al giardino mentre guarda il golfo di Napoli. Si parte col centrocampo ed è proprio qui che escono dalle tane le prime volpi, quelle per capirci che non ne sanno una mazza ma che su “Memushaj” si alzano in piedi sulla sedie solo perché lo suggeriva Fantagazzetta: “Uà io lo seguo da una vita, chist’ann fa 20 goal”. L’anno prossimo fantacalcio a 12.
Manco fossimo a Wall Street, volano a prezzi osceni tutti i pezzi pregiati del centrocampo. Salta qualche altra mamma, ma tutto sommato la situazione è sotto controllo. Dopo sei ore e centoquarantadue sigarette arriva il momento degli attaccanti. La ciorta vuole che si cominci dalla Z. Tutte le strategie vanno a puttane, ritornano le mamme. L’ansia sale, ci avviciniamo alla H. C’è uno strano silenzio. Arriva Higuain. Stranamente però parte solo qualche insulto, asta calma, fondamentalmente nessuno lo vuole un traditore in squadra. L’unico che fa l’asta, ovviamente, è uno Juventino con i soldi ai quali tutti facciamo i nostri complimenti per aver già vinto il campionato.
Si chiude in bellezza, vengono battuti anche Nalini e Parigini. Questo da l’idea di quanto sia assurda l’asta di un fantacalcio a 14. Ma poco importa.
L’importante è partecipare e stare insieme. A tal proposito voglio approfittare di questo momento per complimentarmi pubblicamente con i miei “colleghi”. Siete tutti papabili vincitori, soprattutto Cozzolino, Ferrigno e Miccolupi. Io invece vi lascio i soldi e domenica prossima inizio a pensare già al prossimo anno. Cosa sarebbe il fantacalcio senza una gufata?
Claudio e il suo Team Pecoro - La mia Lega Fantagazzetta
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