Sessantaquattro giorni. E' il lasso di tempo che è passato tra la data di oggi e lo sbarco di Emanuele Giaccherini al Chievo. Dopo quella che può essere tranquillamente definita come una della parentesi più infelici e infruttifere della sua carriera. Stiamo parlando di Napoli: meta da sogno all'alba, incubo letale al tramonto. Eppure arrivò all'ombra del Vesuvio nell'estate del 2016, dopo uno strepitoso campionato a Bologna chiuso con 7 reti in 28 partite. Le premesse per fare bene c'erano tutte, il problema è che il diretto interessato non aveva fatto i conti con l'integralismo di Maurizio Sarri. Che, se proprio ha un difetto professionale, è la sua scarsa propensione a utilizzare l'intera rosa a disposizione. Risultato? Venti apparizioni in A con gli azzurri e un gol, oltre a una sfilza interminabile di "vorrei ma non posso". E in effetti se lo chiedevano anche i tifosi partenopei: perché non dare più chance a quello che, non più tardi di due anni fa, è stato tra i migliori giocatori dell'Europeo chiuso al secondo posto con la Nazionale? Perché non valorizzare un giocatore che ha avuto un peso specifico consistente nella conquista degli Scudetti della Juventus nel 2012 e 2013? Curiosa la formula con cui si è trasferito a Verona: prestito con obbligo di riscatto in caso di salvezza. Con due centri in sole sette presenze, sembra proprio che il Giak stia facendo di tutto per raggiungerla. Quasi fosse un'ancora di salvezza, a livello di squadra ma anche individuale.


Grazie al Torino ha guadagnato la vetrina dell'Italia Under 21. E grazie ai granata Danilo D'Ambrosio ha potuto coronare nel giro di pochi anni una rincorsa partita dal basso e conclusasi nel modo più affascinante: la chance di imporsi in un top club italiano. Tutto è cominciato a Potenza, in C1, nel 2008, e proseguito alla Juve Stabia. Dai campi polverosi della periferia alla B, il passo non è stato poi così lungo. La promozione nel 2012 in A col Toro è stato l'ultimo step. Da lì una dolce salita, fino al trampolino Inter, ufficializzatosi per 1.75 milioni di euro e la comproprietà di Benassi e Colombi. E' la svolta: i nerazzurri trovano un terzino destro di affidamento, italiano (come molti chiedevano) e di prospettiva, bravo in fase di spinta e negli inserimenti su calcio da fermo. Da gennaio, stabilmente dirottato sulla corsia mancina dopo l'arrivo di un Joao Cancelo vero valore aggiunto dello scacchiere di Spalletti. Mai una polemica, né la pretesa di giocare dove lui preferisce: D'Ambrosio si è umilmente messo al servizio della squadra e da tre anni a questa parte rientra regolarmente nel tabellino marcatori almeno una volta a campionato. Se si cerca un ex dal dente avvelenato, no: non è affatto il suo caso.

Giaccherini a contrasto con Cataldi
(Napoli-Benevento 6-0 - 17 settembre 2017)

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D'Ambrosio esulta dopo aver realizzato il gol decisivo
(Torino-Bologna 1-0 - 11 novembre 2012)

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Tra i pali troviamo Albano Bizzarri: per lui quattro stagioni alla Lazio senza mai riuscire a guadagnarsi un posto da titolare, con davanti Muslera prima e Marchetti poi.


Difesa a tre completata da Ervin Zukanovic (in blucerchiato prima della breve esperienza a Roma) e Francesco Acerbi (sei mesi sfortunati al Milan, proprio nel pieno della sua brutta malattia).

Centrocampo a quattro composto da Dusan Basta (cinque stagioni a Udine, poi il trasferimento a Roma), Artur Ionita (portato in Italia proprio dal Verona, nell'estate del 2014), Jasmin Kurtic (in prestito dall'Atalanta, 10 gol in campionato coi nerazzurri) e Cristian Ansaldi (meteora nerazzurra dell'annata passata).

Sulla trequarti al fianco di Giaccherini c'è Adem Ljajic: 25 presenze e 3 gol con l'Inter in carriera.

Unico centravanti, Alberto Paloschi: parentesi da film horror a Bergamo, con 13 apparizioni e zero reti nella scorsa Serie A (ma ancora di proprietà della Dea).

Top 11 Fanta-Ex - 31a giornata

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C'è la dura legge del gol, ma anche la dura legge dell'ex. Ed, ovviamente, anche quella che più ci interessa: ovvero la dura legge del gol dell'ex.

Quanti di voi, nello schierare la fantaformazione, almeno una volta - se non spesso - vi siete ritrovati a dover scegliere tra due calciatori praticamente equivalenti a livello fantacalcistico, ed avete pensato "Si, però Tizio è un ex. E magari...".

Già. Perché da che mondo è mondo, anche se non verificata a livello statistico, esiste una legge non scritta che dice che l'ex punisce sempre. Vero? Falso? Solo il futuro può dirlo. Quel che è certo è che, vista anche la frenesia del calciomercato italiano, di settimana in settimana in Serie A decine di ex incontrano le loro vecchie squadre, e col dente più o meno avvelenato. Ecco perché, ad ogni turno di campionato, e solo qui su Fantagazzetta, convinti di farvi cosa gradita, proveremo a proporvi addirittura un undici di ex "consigliabile" in sede fantacalcistica.