Contro Argentina e Inghilterra non saranno amichevoli, anche se la nostalgia e la rabbia del non poter disputare partite del genere è ancora forte. L'Italia di Di Biagio prende forma, e il ct non ha nascosto le proprie ambizioni nella conferenza stampa che ha introdotto le sfide prestigiose. Tanti argomenti, dai giovani a Buffon, da Balotelli all'assenza di Astori. 

POSSIBILE RICONFERMA - "Questo non è importante: io sono un uomo federale, da otto anni. È una possibilità da sfruttare al massimo, anch’io mi gioco qualcosa, certo, e in cuor mio cercherò di mettere in difficoltà i vertici: ma questa non è una priorità. Oggi abbiamo altri tipo problema: rilanciare la squadra, ridare passione e entusiasmo a tifosi che credo siano anche incuriositi da queste due gare. Non siamo una nazionale top, ma neanche fra le peggiori. Si può rinascere, ripartire e con un po’ di pazienza ricreare una Nazionale importante. Perché ci sono giovani che stanno crescendo".

CHIESA E CUTRONE - "L’ho convocato per le sue prestazioni, perché è con noi dall’Under 15 e dunque sa cosa vogliamo qui a Coverciano e per i gol che ha segnato, che non guastano mai. E poi il suo entusiasmo che spero non lo abbandoni mai perché è il suo punto di forza. Non vedo il pericolo perda questa fame, in questo è un po’ simile a Belotti. Chiesa è pronto per stare qui in maniera definitiva: anche se devono dirlo il campionato, il tempo, le prossime gare e lui, con quello che riuscirà a proporre".

I GIOVANI - "Non devo farmi dire "Bravo che porti i giovani". Io non posso creare problemi all’Under 21, far venire qui un ragazzo per fargli fare il trentesimo. Chi è qui è perché mi può servire nel contesto delle due gare. Detto questo, i giovani che ho chiamato devono dimostrare di essere pronti, di avere un target per giocare a certi livelli. In Italia si dice "un ragazzo di 24-25 anni", per gli altri si è ragazzi a 17-18 anni. E hanno ragione gli altri".

BALOTELLI - "Credo di averlo spiegato in modo chiaro anche l’ultima volta: i numeri, dunque i gol, per gli attaccanti sono importanti. Ma vanno conditi da prestazioni fatte in un certo modo. Io ho guardato, ho valutato, ho deciso. Giuste o sbagliate che siano, ho pensato per il mio bene e il bene della squadra che queste siano le scelte migliori. Chisura? Non ci sarà mai una chiusura totale".

BUFFON - "Gigi è qui anche per aggregare. Ma è qui per giocare, aiutarmi, dare un valore aggiunto dentro e fuori dal campo. Giocherà una o due partite: lo valuterò. E il fatto che in Italia ci sia una tendenza alla rottamazione non è problema: io faccio quello che sento in base a quello che vedo, non che leggo".

VERRATTI - "Gioca da anni in Champions, e non ce ne sono tanti: tutti abbiamo l’obbligo pensare che può fare di più, perché ne ha la possibilità. In che ruolo? In un centrocampo a tre può fare sia il vertice basso che interno, poi dipende da chi sono gli altri due centrocampisti, e lo stesso discorso può valere ad esempio per Gagliardini. Se giochiamo in un altro modo, può essere uno dei due centrali. Coesistenza con Jorginho? Certo assolutamente: devo essere io a trovare la combinazione giusta".

ASTORI - "Manca qualcosa. Davide non l’ho vissuto quanto tanti di loro, ma l’ho conosciuto abbastanza nei passati raduni con gli altri c.t. e mi è bastato. C’è qualcosa di strano, ma cerchiamo di normalizzare, riportare tutto a qualche mese fa, anche se non è semplice. Però è necessario: altrimenti diventa tutto devastante, soprattutto per i più anziani".