Poi la chiamata dall'Italia, da Torino. Assieme a Mudingayi giunge in Italia in un contesto caotico. I granata sono appena promossi in A tramite la vittoria ai play off ma la gestione Cimminelli ha creato un dissesto tale che la società non è in grado di iscriversi al torneo della massima serie. Col “Lodo Petrucci” il Toro, fallito a novembre del 2005, può però ricominciare dalla B. Il danese e il centrocampista belga insieme sono arrivati in Piemonte e insieme vengono ingaggiati dalla Lazio. Partiti, tra gli altri, i fratelli Filippini e Giannichedda, eccezion fatta per il tesseramento di Behrami, non ha da stare molto allegro Delio Rossi a guardare il centrocampo. Ancora meno allegro è Keller che in campo quella stagione scenderà pochissimo, 7 volte in campionato e 2 in Coppa Italia – per lo più non convocato, perché alle prese con problemi fisici, che in panchina. 253 minuti giocati in nove mesi possono bastare: il centrocampista deve trovarsi un'altra sistemazione.
Ancora non lo saprà ma la scelta del campionato norvegese, dove veste la maglia dello Stabaek, rappresenterà la sua più grande vetrina nonché riscatto dal buio dell'esperienza italiana. In un continuo crescendo, s'impone come titolare e chiude la stagione con il titolo di campione di Norvegia, quello – conferitogli dai tifosi – come miglior giocatore della squadra, 73 presenze, 8 reti e altrettanti assist. Resterà allo Stabaek fino al 2009 poi si concede un'altra esperienza “esotica” in Turchia, al Kasimpa?a, appena promosso in Super Lig. Se alla prima annata arriva un 11esimo posto e una relativa agevole salvezza, nella seconda il club retrocede. Keller si congeda comunque con 65 presenze e 3 assist. Decide poi di far ritorno in Danimarca, ma nella serie cadetta, firmando il contratto con i Randers. In estate però arriva un'altra soddisfazione. Il Ct Morten Olsen lo convoca per un tour di amichevoli “non ufficiali” della Danimarca negli Stati Uniti, El Salvador e Honduras.
Nulla di eclatante alla fine, Keller ritorna così alle sue stagioni anonime, ma da capitano della sua squadra, non oltre i confini strettamente nazionali, finché non decide che la moglie di un suo compagno di club, quella di Jonas Borring, non è niente male e val la pena frequentare. Il giocatore sa anche che i due vivono da separati in casa e che per il momento non hanno divorziato per non destabilizzare la vita dei figli.
Tutto resta nascosto fino a marzo quando la testata danese “Ekstra Bladet” non esce in prima con lo scoop passionale:
Borring è talmente umiliato e scosso dal tradimento che decide di lasciare i Randers: “Finchè sarà un giocatore di questa squadra – dichiara - io mi rifiuterò di scendere in campo. Lui ha violato la prima regola dello spogliatoio, è come mi avesse accoltellato alle spalle. Io e Kira abitiamo ancora sotto lo stesso tetto, abbiamo due figli da accudire e crescere. Tecnicamente siamo ancora marito e meglio". La teoria è spesso cosa diversa dalla pratica. Intanto la società decide di allontanare Keller. Il tecnico Todd lo sospende per motivi sportivi e il centrocampista commenta la vicenda e reagisce in modo pacifico e arrendevole: "Faccio ciò che è meglio per il Randers – spiega - anche se questo significa non giocare. Sono qui da molto tempo, ho rispetto sia per il club che le persone che qui lavorano". Non solo: la relazione con la moglie di Borring la ammette in maniera trasparente: “Ho parlato al resto della squadra quanto è successo e quello che penso. Io non sono una persona gelida, capisco come possa sentirsi Borring e la squadra. Ho un cuore e l'ho seguito, esattamente come ho fatto con i miei sentimenti, altrimenti non ci troveremmo in questa situazione”.
Il meglio però deve ancora venire. La testata che ha riportato lo scandalo intervista la moglie di Keller, Anja Riis, che lo definisce, senza tanti mezzi termini, un uomo privo di attributi.
Keller infatti fa sapere alla compagna di avere una crisi circa il loro rapporto già nell'autunno del 2015. Il fatto è che non spiega direttamente che il motivo risiede tutto nella frequentazione di un'altra donna. Anja viene a sapere della relazione con Kira solo dalle riviste e, anche se sostiene che contro un innamoramento non si può fare gran che, c'è l'ha con Keller perché incapace di dirle sin dall'inizio la verità: “Non ha avuto abbastanza fegato – dichiara - Sono molto deluso dal fatto che mi ha mentito subito e ha continuato a farlo. Ho sempre sperato che avremmo potuto salvare ancora la nostra famiglia ma la fiducia che avevo in Christian è ora completamente sparita”.
Il Randers ha comunque lasciato a Borring alcune settimane di permesso per smaltire la cosa mentre Keller non è più sceso in campo. L'estate scorsa il centrocampista ex Lazio è stato ceduto a titolo gratuito al Viborg. Borring non ne ha voluto comunque sapere di riprendere a giocare nella stessa squadra e l'estate scorsa, una volta svincolato, dopo l'accordo sfumato col Brondby si è accasato al Midtjylland.
L'anno scorso, in un'intervista a "LazioPress", Keller ha speso buone parole sulla sua esperienza italiana. Nessun rancore con Delio Rossi - secondo il giocatore il loro è stato solo un problema di incomprensione linguistica, ottimo il ricordo delle cene a casa di Di Canio, col quale dialogava in inglese, e dei vecchi derby in tv che l'attaccante ex West Ham gli proponeva per prepararlo alla stracittadina. Da giocare ormai in un'altra vita.
Fonti:
The Indipendent
Goal(.)com
LazioPress
Bt(.)dk