Ripartire? Non è la priorità in questo momento, parola di Tommaso Giulini. Il presidente del Cagliari ha parlato ai microfoni di Videolina, facendo capire che adesso non è il momento di pensare al calcio, dato che vi sono problemi più gravi.

Le parole di Giulini

Giulini ha dichiarato: “Io sto bene, sono un privilegiato e gestisco il lavoro da casa. Ogni tanto vengo al centro sportivo di Asseminello, all'incirca un paio di giorni a settimana. Faccio fatica in questa situazione a parlare di calcio, con tutto il mondo che piange le vittime del Coronavirus”.

Sulla possibile ripartenza: “In questo momento ci sono state troppe dichiarazioni fuori luogo, anche tra i miei colleghi. Parlare di ripartenza è irrispettoso, il calcio ha dato una pessima immagine. Non so se si possa ripartire, il vantaggio sarebbe quello di avere delle classifiche certe; non farlo significherebbe prepararsi a tanti ricorsi. Sarà un’impresa titanica mettere d’accordo tutti, nel caso in cui non si continuasse. Per me ripartire significherebbe richiamare tanti dipendenti che altrimenti da aprile dovranno andare in cassa integrazione. Lo svantaggio di ripartire è che se lo si farà sarà a porte chiuse: chi avrà voglia di vedere calcio in questo modo? In più credo ci saranno protocolli diversi e più serrati".

E sulla possibilità di nuovi contagi Giulini ha detto: "Come si comporterà la Sardegna? Io non voglio che sia il Cagliari a riportare, in ritorno da una trasferta, il Coronavirus sull’isola. La cosa più importante ora però non è l’opinione di un presidente, ma solo quella dei tifosi. Vorrei che loro mi dicessero cosa fare”.

Tommaso Giulini (Getty Images)