Tiene banco nell’agitato postpartita di Firenze il caso della simulazione di Federico Chiesa che ha portato al rigore poi realizzato da Veretout, pesante nell’economia del 2-0 finale tra Fiorentina a Atalanta: non solo la rabbia dei nerazzurri tra le voci del Franchi, c’è anche chi si interroga sulle possibilità di una eventuale squalifica per il giocatore viola, reo di aver simulato. Va detto che l’episodio non è stato rivisto al VAR, come probabilmente sarebbe stato opportuno, e sta qui gran parte delle recriminazioni di sponda atalantina.

Un caso precedente analogo risale al finale della stagione 2016/17, nel derby di Roma: maggio 2017 (allora non c’era il VAR), Strootman si tuffa in area, scatta il penalty, e scatta nel postpartita una pesante reprimenda nei confronti dell’olandese, che inizialmente porta alla squalifica del centrocampista per due turni. Sentenza del giudice sportivo poi ribaltata dalla Corte Sportiva d’Appello Nazionale della FIGC, dopo il ricorso d’urgenza presentato dai giallorossi: allora la Roma dimostrò che Strootman saltò per evitare l’impatto (e il fallo) di Wallace, e l’olandese potè giocare le successive due partite contro Milan e Juventus.

Per Chiesa molto dipenderà dall’interpretazione ce il giudice sportivo vorrà dare del mancato ricorso al VAR: episodio “tecnicamente” sfuggito all’arbitro? Già, ma quasi per sua scelta: un caso che promette di fare giurisprudenza.