Roberto Piccoli, attaccante del Cagliari, ha raccontato la scelta di vestire la maglia dei liguri e le prime impressioni sul mondo rossoblù direttamente dal ritiro in Valle d'Aosta.

Cagliari, parla Piccoli

Di seguito uno stralcio del suo intervento riportato sulle colonne del Corriere dello Sport:

Su Pavoletti e gli obiettivi

"Pavoletti è un leader, è il nostro capitano. Mi dà un sacco di consigli utili, la sua vicinanza è preziosa. E poi io posso giocare come unica punta ma anche in un attacco a due. Mi piace attaccare la profondità, tirare in porta con entrambi i piedi, lavorare con e per la squadra. Mi piace quello che chiede Nicola: essere parte di un calcio propositivo, aggressivo, verticale. Dobbiamo raggiungere la salvezza, poi vedremo dove arriveremo. Bisogna essere ambiziosi, senza perdere di vista le proprie possibilità. Nello scorso campionato a Lecce ho segnato sei gol. Ma per un attaccante è sempre importante farsi trovare pronto e aiutare la squadra. L’obiettivo personale? Lo stesso del Cagliari. Per prima cosa, bisogna aiutare i compagni e l’allenatore. Al di là dei gol, ci sono tante cose che un attaccante deve fare per dare una mano. Sono arrivato in un gruppo sano, forte, del quale conosco già diversi ragazzi, insieme lotteremo fino alla fine".

Sul progetto e le condizioni

"Il progetto è valido e mi sono convinto subito a accettare la proposta. Sono stato conquistato dall’allenatore e dalla storia del club. E mi ha colpito la tifoseria l’anno scorso quando abbiamo giocato contro, anche per questo ho detto subito sì. Ho avuto un anno di problemi fisici, ma ora sto molto bene. Ho accumulato un po’ di esperienza in prestito, quest’anno a Cagliari voglio alzare l’asticella e fare ancora meglio".

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