In vista di Udinese - Lazio, parla Totò Di Natale, emblema e simbolo dei friulani, che per la prima stagione in carriera non può misurarsi in campo. Il ritiro, arrivato al termine del passato campionato, però non pesa: "Ho smesso perchè quando si spegne qualcosa a livello mentale è giusto capire che è bisogna fermarsi. Ho sempre dato tutto sul campo, fare dieci quindici minuti non era per me. Sono tornato a Empoli e faccio il papà a tempo pieno, non mi manca ancora nulla per il momento. Non ho rimpianti nella mia carriera, mi sono tolto le mie soddisfazioni". Così lo storico #10 bianconero a Radio Incontro Olympia, che ha anche avuto modo di ricordare il perché del famigerato 'no' alla Juventus - "Io e la mia famiglia stavamo bene ad Udine. E poi l’ho fatto anche per i tifosi" - e parlare della sua lunghissima storia al Friuli.
IL PIU' FORTE COMPAGNO - "Di Sanchez ho sempre detto a tutti che era un fenomeno. Si vedeva già quando era giovanissimo, e la sua carriera sta dimostrando che non mi sbagliavo".
L'ALLENATORE PIU' AMATO - "Ne ho avuto tanti e importanti, ma su tutti devo ringraziare Silvio Baldini, che ha creduto in me e mi ha valorizzato insegnandomi tanto. Quando è arrivato ha lavorato benissimo valorizzando tanti giocatori. Lui è stato il primo a giocare con il 4-2-3-1".
UN PASSAGGIO ALLA LAZIO? - "No, mai stato realmente vicino, ma ci fu soltanto una chiacchierata informale ai tempi del trasferimento di Rocchi".