Lunga intervista rilasciata da Antonio Cassano alla Gazzetta: tra i temi trattati, carriera e futuro. Con un'idea sola, in mente: tornare al campo, in Serie A. Con in testa ancora la Nazionale azzurra. Questi i temi più interessanti.

 

FUTURO IN ITALIA - "Da uno a dieci sono felice mille anche senza calcio, ma tornando a giocare sarei felice diecimila. Mi manca tanto il mio lavoro e aspetto di tornare a giocare presto. Ho ricevuto proposte dall'Olympiacos, dallo Sporting Lisbona e dall'Atletico Mineiro, ma spero ancora in una chiamata dal nostro campionato anche perché vorrei tornare in Nazionale. E' come tentare l'impossibile, dunque perlomeno devo fare la scelta migliore per provarci".

 

GLI SCHERZI - "Medico Inter, telefonino lasciato sulla scrivania, grave errore: mando un sms a rubrica completa, 'Lo sai chi è morto?'. Gli è esploso il cellulare, non capiva più niente: lui è un pezzo di pane, ma non l’ho mai visto così incazzato. Giorgio Aiazzone, team manager della Samp, cena sushi in un ristorante molto elegante: lui in abito nero, le sedie erano bianche, dunque alla prima pausa-sigaretta farina sulla sua sedia, era automatico. Mi ha riempito di schiaffi perché per venti minuti, dal ridere, non ho avuto neppure la forza di alzarmi. Come quando sulla cornetta del telefono nero gli ho messo il grasso per le scarpe che gli è caduto sul cappotto di cashmere color cammello: quella volta non ha detto nulla, mi ha chiesto il portafoglio e si è ripreso direttamente i soldi. Ma lo scherzo più bello forse l’ho fatto a Salvatore Asmini, ex d.s. Samp: con un passepartout gli sono entrato nella camera d’albergo, mi sono nascosto nell’armadio e con un telecomando universale gli cambiavo i canali della tv. E’ uscito in mutande in corridoio, si cag... addosso dalla paura". 

 

MALATO DI SESSO - "Se si può definire malattia sì. E Carolina è stata anche la mia dottoressa, perché mi ha fatto guarire. Prima stavo più o meno con tutte: da 1 a 10, il voto alla prestazione se volevo era 10 abbondante. E con 'se volevo' intendo che pensavo anche a lei e non solo a me, dunque la cosa durava due o tre ore e non era 'cinque minuti, è stato un piacere, ciao'. Così fu la mia prima volta, a 14 anni, non ricordo il suo nome e neanche la faccia: rapporto completo, se vogliamo chiamarlo così, di circa un minuto e mezzo, anche perché ci eravamo chiusi dentro uno sgabuzzino e c’era una puzza da vomitare. La prima volta come Dio comanda, invece, a 17-18 anni: io non ero Brad Pitt ma lei era una modella bionda da paura e fu una cosa proprio sfrenata. Da 10 abbondante, appunto".  

 

UNICO VIZIO: IL CIBO - "Ho un solo vizio, ma vale anche per tutti gli altri: il cibo. Mai acceso una sigaretta: mi fa schifo l’alito che puzza. Mangio, non ne posso fare a meno, e ingrasso anche con l’aria che respiro. E’ una guerra impossibile, l’ultima l’ho persa un mese fa: una settimana alle Maldive ed ero un figurino, una settimana in montagna a polenta e gorgonzola e ho preso otto chili. E pensare che lo so bene quanto ci metto a smaltirne anche solo uno. Il problema è che non mi piacciono le cose che fanno bene, tipo la verdura, e delle cose che fanno ingrassare non ce n’è una che non mi piace: se dovessi esprimere un ultimo desiderio direi un piatto di pasta, o di riso con patate e cozze come lo fa mia madre, ma esagero anche con pane, pasta, dolci e salumi. Il mio record è un salame intero di trenta centimetri: una notte d’inferno, non ho mai smesso di vomitare, e la mattina ho giurato 'Non ne mangio mai più', peccato che ho resistito un giorno. E meno male che da solo non so farmi neanche una tazza di latte". 

 

MESSI, PIU' DI DIO - "Trovai il coraggio di parlargli solo nel 2011, prima di Barcellona-Milan 2-2: gli andai incontro e gli dissi solo 'A livello di calcio, sei sopra Dio'. Lui rise e mi abbracciò, io pensai che mettere insieme il mio destro e il suo sinistro non sarebbe male, anche se fra i due piedi non esiste il paragone. Messi è meglio anche di Maradona: fa quello che faceva Diego ma con tre-quattro marce in più, gioca a livelli stratosferici da dieci anni e ha vinto molto di più. E non dite che vince tanto grazie al Barcellona: col cavolo che il Barcellona avrebbe vinto così tanto senza di lui".