Decisamente un altro mondo rispetto al debutto di Verona, con la coda imbarazzante dello 0-3 a tavolino. Nel giorno del compleanno di Totti, Dan e Ryan Friedkin hanno potuto assaggiare il clima dello stadio di casa, tra emozioni persino inaspettate. Assistendo alla partita con la compostezza già osservata a Verona, distanziati l’uno dall’altro di due sedili e sempre con la mascherina sul viso, hanno condiviso gioia e sofferenza con i mille tifosi della loro Roma, entusiasti e rumorosi, non lontano da Zaniolo e Mancini. Prima del match si erano intrattenuti per qualche minuto con il Ceo, Guido Fienga, e hanno conosciuto lo stato maggiore della Juve (non Agnelli). I curiosi che volevano intercettarli per una foto o un autografo, così come i cronisti che speravano di avvicinarli per una dichiarazione, sono rimasti delusi: i Friedkin sono entrati nella pancia dello stadio in un van con i vetri oscurati e nella stessa riservatezza sono usciti.

Roma, Rangnick nuovo Ds?

Nell’ambito della ristrutturazione societaria, con l’urgenza dichiarata di immettere un direttore sportivo nell’organigramma, resta in ballo il nome di Ralf Rangnick che ieri in Germania hanno accostato allo Schalke 04, rimasto senza allenatore. «Mentirei se dicessi di non essere interessato - ha ammesso Rangnick - perciò mai dire mai. Ma in questo momento un ritorno mi sembra complicato». Rangnick, abbandonato dal Milan e dimissionario dal Lipsia, aspetta probabilmente qualcosa di meglio. Ma alla Roma verrebbe solo se potesse diventare plenipotenziario dell’area sportiva: direttore sportivo sì, ma anche allenatore. Lo chiamano trainager, non per caso. Friedkin lo ha incontrato un mese fa a Londra quando ancora non era stato deciso il destino di Fonseca. Se dovesse tornare in discussione la figura dell’allenatore, la Roma potrebbe ingaggiare Rangnick. Sempre che nel frattempo non abbia trovato altre corti.

Friedkin punta su Rangnick (Getty Images)
Friedkin punta su Rangnick (Getty Images)