Gianluigi Donnarumma, portiere della nazionale italiana, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di redbull.com. Queste le sue dichiarazioni.

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Le parole di Donnarumma

"Il mio obiettivo è sempre stato quello di diventare il numero uno dei numeri uno. Abitavo a Pompei con mia sorella e in camera avevo i poster di Buffon e Dida. All'inizio non mi allenavo bene, era solo un divertimento. Avevo 5 anni quando mio zio ha iniziato a portarmi al campo e ho subito capito che mi sarebbe piaciuto fare il portiere. Non ho mai avuto paura ed ero spericolato. Non era facile buttarsi su in campo di terra battuta. Il calcio è sempre stato tutto per me, quando venivano annullati gli allenamenti piangevo sempre. Devo tutto a mio zio e a mio babbo, se sono qui è anche grazie ai miei genitori".



Sul proprio sogno


"Vincere Mondiale ed Europeo con la maglia dell'Italia. Questo è il sogno di ogni bambino. Mister Ernesto Ferraro ha sempre creduto in me, era convinto che sarei potuto arrivare in Serie A. A 13 anni ho lasciato casa, è stato emozionante ma duro. Mio zio piangeva sempre. Sono andato alla stazione e insieme ad altri tre compagni siamo partiti per andare al Milan. Ero emozionato perché andavo in una città nuova da solo, ero anche un po' giù di morale. Siamo andati poi subito in ritiro, eravamo in un residence e avevamo tutto il primo piano. I primi giorni svegliarsi e non trovarsi a casa è stata veramente dura. Mi mancava tantissimo casa a la mattina piangevo. Alla fine ce l'ho fatta. Al Milan ho trovato un ambiente incredibile, il settore giovanile è fantastico, senza regole rigidissime. Nei momenti di difficoltà di siamo sempre dati mano a vicenda con i compagni".


Su Mihajlovic

"All'inizio ho giocato per metà anno con i giovanissimi nazionali e per l'altra metà con gli allievi regionali. Poi sono andato nella Beretti e in Primavera. Il terzo anno sono andato in ritiro con la prima squadra e a ottobre ho esordito in Serie A. Ho iniziato come terzo portiere, poi è successo quello che è successo. È stata una settimana che non dimenticherò mai, sentivo che c'era qualcosa di strano, poi il sabato sono arrivato al campo per la rifinitura e mi hanno detto che Mihajlovic voleva parlarmi. Quando ti chiama il mister nello spogliatoio capisci che c'è qualcosa. Mi chiese se avevo paura di giocare in Serie A e sapeva che gli avrei risposto di no, non potevo averne. Voleva che giocassi io perché ero il più forte. L'ho ringraziato tanto per la fiducia. C'era un po' di emozione durante la rifinitura, poi ho chiamato subito i miei genitori per dirglielo. Gli dissi di prendere il treno e di salire, non se l'è fatto dire due volte".

 

Sull'esordio con il Sassuolo


"Ho preso gol da Berardi, contro il Sassuolo, sul mio palo. Dopo un errore fai sempre fatica a digerire tutto, continuavo a pensarci. Il giorno dopo ero un po' demoralizzato ma Mihajlovic mi chiamò e mi fece vedere un suo gol a Toldo, sempre sul suo palo, da più lontano. Mi disse che anche i migliori sbagliano, anche dopo anni di esperienza. Mi ribadì tutta la sua fiducia e quelle parole sono state molto importanti". 

 

Sul futuro


"Spero di giocare il più a lungo possibile, fino a 40 anni, è la mia passione. Il mio obiettivo è vincere più trofei possibili, soprattutto con la Nazionale italiana. Il sogno incredibile è vincere il Pallone d'Oro, ce la metterò tutta, poi vedremo che cosa succederà. Ogni giorno si può imparare qualcosa di nuovo".

Donnarumma (Getty Images)
Donnarumma (Getty Images)