Cinque anni di riflessione non sono serviti ad Antonio Cassano per cambiare idea sulla brutta lite in allenamento con Andrea Stamaccioni ai tempi dell’Inter: di quello scontro, anche fisico, con il tecnico dell’Inter nel corso della stagione 2012-13 il barese ha parlato a Sky Sport: ”Stramaccioni fu la peggior persona mai incontrata nel mondo del calcio. Ne ho incontrate tante, ma lui…”, racconta l’ex attaccante, che a causa di quell’episodio proseguito negli spogliatoi di Appiano Gentile non fu convocato per la partita successiva, con tanto di multa.

”Non è stata una persona onesta, leale”, prosegue Cassano a proposito di Stramaccioni. “Ti diceva una cosa davanti e tante altre dietro. Raramente sono arrivato alle mani con qualcuno ma con lui fu giusto alzare le mani. Era una persona che non mi piaceva e continua a non piacermi, e non mi piacerà mai. Perché se una persona nasce quadrata non può morire tonda".

Decisamente più mite il racconto della migliore persona incontrata in carriesa, Riccardo Garrone: "La migliore che ho incontrato è stato il presidente Garrone. Ancora oggi, a distanza di tanto tempo, mi emoziono sempre a parlare di lui, perché era una persona introvabile nel mondo del calcio, onesto, perbene, educato, generoso, rispettoso: aveva tutte le doti di un uomo perfetto. E mi voleva bene come un padre. L'errore più grande della mia vita è stato mancargli di rispetto, anche se poi ho chiarito".

A Sky Sport il barese racconta anche la sua gioventù: "La mia infanzia è stata difficilissima perché non potevo mangiare, non avevamo soldi per andare avanti. Poi nascere a Bari nei vicoli è sempre complicato, puoi prendere strade sbagliate. Io mi reputo un ragazzo molto intelligente, perché sono arrivato ad un punto e mi sono detto che dovevo dedicare la mia vita solo al calcio, non ho mai bevuto né mi sono drogato. Fino a 17 anni c’è sempre stato il pericolo che potessi dire dall’oggi al domani: "non faccio il calciatore, non guadagno niente, mi son stancato, prendo un’altra strada". Il percorso pericoloso era sempre lì: fino a che non diventi professionista e guadagni dei soldi, ti viene da andare a guadagnare qualche soldo facile. Da quel punto di vista sono sempre stato a modo, andando dritto per la mia strada. La mia idea è sempre stata di dare una soddisfazione a mia mamma che ha fatto tutto per me e fare il calciatore. Avevo qualità incredibili e ho sfruttato la mia dote. Ho sempre voluto fare il calciatore, far stare bene mia mamma, star bene io, senza darle un’altra grande delusione, perché ne abbiamo avute tante".