Il giorno più atteso, forse anche quello più lungo. Nella gremita - soprattutto di giornalisti spagnoli - sala conferenze di Castelvolturno, è il fatidico giorno dell'addio tra il Napoli e Rafa Benitez, dopo un biennio fatto di molte soddisfazioni ma anche di molte giornate buie. Per lo spagnolo, dopo le parole di Florentino Perez - "Il prossimo tecnico del Real dovrebbe parlare spagnolo" - il futuro a Madrid sembra ormai scritto, ma la società azzurra ha fatto sapere che oggi non si parlerà di questo. Secondo quanto trapela, intanto, dalla stampa spagnola, lo stesso Rafa starebbe già lavorando al suo entourage tra i blancos: Zinedine Zidane sembra in pole per affiancarlo.
Qui le parole dell'ormai ex allenatore partenopeo e del Presidente.
Arrivati De Laurentiis e Benitez.
Benitez: "Questa conferenza stampa è per dire addio, ma voglio dire addio vincendo domenica e lasciando la squadra in Champions. Ringrazio il Presidente, la società e tutti i tifosi perché dopo 2 anni finisce la mia esperienza qui a Napoli".
ADL: "Ringrazio Rafa per questo periodo insieme, mi conquistò subito a Londra 2 anni fa e mi ha confermato quell'impressione. Rispettiamo Rafa, ma la moglie e le figlie lo reclamano in un posto più vicino. non a caso mi ero mosso per altri allenatori molti mesi prima. Fa parte del gioco delle parti".
Si sottolinea che non si accettano domande sul futuro dell'allenatore azzurro.
Benitez: "Vado via ma sono triste perché mi sono trovato bene in questa città ed in questa squadra. Certo, due anni lontano dalla mia famiglia mi ha fatto pensare. Ho parlato con mia moglie e ho cercato di convincerla: ma alla fine ho dato più importanza alla famiglia. Voglio comunque provare a vincere fino alla fine, pur essendo finito il mio ciclo e pensando al mio futuro. La motivazione di base è la famiglia, ma conosco le regole del FPF e so cosa significano gli sforzi per arrivare ad un punto comune, al quale siamo andati molto vicini. La crescita collettiva è stata una buona cosa, ma un allenatore vuole di più".
ADL: "Rifondare è un verbo non adeguato: voglio continuare a seminare per cercare di trovare un'internazionalizzazione, e ci siamo riusciti. Non è detto che per internazionalizzare si debba vincere lo scudetto. Quest'anno, più da tifoso, mi sono sbilanciato ed ho parlato di scudetto, disattendendo le promesse fatte dalla società. Per il 6° anno di fila siamo riusciti ad andare in Europa: questo è importante, per cui l'internazionalizzazione è andato avanti. L'idea di giocare a 2 e non a tre o 5 mediani è andata avanti. Certo, fatturando 1/3 di Borussia, Milan e Juve non possiamo oensare di pagare stipendi da 8 milioni oltre al cartellino, perché il bilancio non lo prevede. Quest'anno perderemo una 20ina di milioni, ma non influenzerà la campagna acquisti. Se decidessi di investire nella ristrutturazione nello stadio - ed il 31 maggio presenterò in Comune il progetto di fattibilità, che voglio realizzare in 16/18 mesi - di impostazioni importante ne starei facendo. Se dopo 11 anni voglio implementare l'italianità del club per creare una cantera, significa che resto convinto di poter crescere ancora, come tutti gli altri club europei. Certo, tutto ciò non è facile, con amministratori che non ci hanno aiutato, il problema dell'immondizia, la terra dei fuochi. All'estero con lo stesso percorso mi sarebbe andate meglio, forse. Siamo cresciuti tantissimi nella classifica IFFHS: in questi anni abbiamo lavorato bene, in un territorio molto complicato. A parte la Juventus, grazie a Benitez, negli ultimi due anni siamo gli unici che hanno vinto due trofei. A Napoli quando sono arrivato vedevo i ragazzini giocare con le maglie di Inter, Milan e Juve, perché il Napoli era in disgregazione. Ho trovato anche giornalisti che non tifavano per il Napoli, ma che tifavano le altre, ed invece di appoggiarci ci remavano contro e continuano a farlo. Ma noi abbiamo le spalle forti e li apprezziamo perché almeno sono coerenti. Se hai deciso di rompere i coglioni noi andremo avanti. Bigon dopo 6 anni ha voglia di cambiare aria, anche lui vuole avvicinarsi alla famiglia".
Benitez: "Sappiamo quanto sia forte la Juve, ma abbiamo combattuto e anche vinto contro di loro. E' difficile mantenere continuità quando l'altra squadra è una realtà più forte. In alcuni momenti potevamo anche avvicinarci di più, ma episodi come il fuorigioco possono cambiare nulla. La squadra dopo due anni però è cresciuta, e questo conta e rivaluta il nostro lavoro. Certo, abbiamo fatto degli errori, ma questo è il calcio: i tori si vedono sempre meglio da dietro alla barriera. Se sei un addetto ai lavori è più difficile. Il bilancio è positivo, per me conta vincere contro la Lazio e fare il record di reti stagionali".
ADL: "L'allenatore futuro? Voglio evitare il disgustoso gioco del toto-allenatore che non fa bene neanche a voi, la prossima settimana racconterò dei miei prossimi quattro film e dopo questo giro farò con voi due cene a settimana, riapro i miei rapporti con i media. Sarò un libro aperto. Il nome si saprà presto ma non questo lunedì. Deve essere uno che sposi le mie idee come lo è stato Benitez sin dall'inizio. Il suo prestigio non dipende dall'esterno: o lo abbiamo all'interno o non ce l'abbiamo. Non è un problema di nazionalità ma di cultura, di capacità, in breve tempo, di diventare napoletani, condizione dello spirito e realtà territoriale. Essendo noi forti, sani, in espansione, crediamo possa succedere qualsiasi cosa. Sono felice di aver avuto a Napoli Benitez, che ha accresciuto la nostra cultura ed il senso della tenzone".
Benitez: "Sono convinto che tante cose positive sono state fatte, quest'anno abbiamo giocato 59 partite e fino alla fine in 3 competizioni. Questa resta comunque la squadra che ha vinto di più negli ultimi 25 anni a Napoli, hanno bisogno del sostegno di tutto l'ambiente. Ora abbiamo l'ultima sfida, sarà importante avere i tifosi vicino per 90' tutti insieme e spalla a spalla. Certo, è un peccato ripensare alle occasioni avute col Dnipro e ai loro gol irregolari. Futuro? Voglio restare concentrato sul Napoli, anche se la stampa spagnola mi sta mettendo pressione. Aspettiamo, poi vedremo".
ADL e il caso FIFA: "chi governa il calcio è fuori epoca, il caso FIFA e calcio scommesse lo dimostrano. Ho sempre odiato il mondo degli adulti, ancora oggi che lo sono voglio restare un ventenne scapestrato; andiamo a vedere chi comanda il calcio, sono tutti uomini vecchi che non saprebbero aprire nemmeno un cassetto, lo stesso Platini vuol modernizzare il calcio ma poi si comporta come un monarca, anche lui non si è reso conto che i modelli di sicurezza negli stadi devono cambiare, si pensa sempre al prossimo campionato ma poi non si risolvono mai i problemi una volta per tutte; dobbiamo essere un faro per le prossime generazioni, ma di questo non si parla mai. Le squadre di calcio meritano più voce in capitolo, non possiamo essere condotti per mano in un mondo dove ci danno un contentino che è la Champions e poi il giro di affari della FIFA è enormemente più alto; parliamo dei giovani, le leggi devono essere fatte dall'alto, non riguardano solo l'Italia ma tutta l'Europa".
ADL: "Io, raccomandare Benitez a Florentino Perez? Io lo raccomando a tutti i presidenti. Certo, per noi sapere che Rafa Benitez possa andare al Real Madrid è assolutamente prestigioso".
Benitez: "In Italia dicono che sono un allenatore offensivo mentre in Spagna che sono un difensivista, tutto dipende dalla squadra che si ha".
Dalle 13.00 a #CastelVolturno la conferenza stampa di @ADeLaurentiis e #Benitez, seguite il live tweet su @sscnapoli pic.twitter.com/JhVsrXDVUe
— Official SSC Napoli (@sscnapoli) 28 Maggio 2015