Qualche squadra come la Juventus si sta già organizzando in maniera autonoma, ma nei prossimi giorni il focus sul mondo calcistico sarà incentrato sul taglio degli stipendi in questi mesi in cui non si giocherà. Ovviamente anche ai calciatori verrà chiesto di contribuire per sopperire in qualche modo alla crisi economica che colpirà il calcio a causa dell'emergenza Coronavirus. Lunedì l'AIC riceverà, dalla Lega Serie A, un piano dettagliato e delineato, poi sarà l'emergenza stessa a dettare le condizioni.

Le due ipotesi sui tagli

Oggi sul tavolo ci sono due ipotesi, come riportato dalla GDS. Una sospensione degli stipendi per il periodo di tempo non lavorato (che ovviamente ancora non può essere definito), che già permetterebbe ai club di tirare il fiato. Oppure richiedere ai giocatori un taglio dello stipendio proporzionale al proprio guadagno. Per fare un esempio ci sarebbe un taglio differente da chi guadagna 3 milioni di euro e chi ne guadagna, invece, 100mila, fino ad arrivare a una decurtazione percentuale del 30% sugli ingaggi più onerosi. Per quelli, al contrario, sotto i 50mila euro potrebbe intervenire la cassa integrazione o l’estensione di contratti di solidarietà. L’Aic, soggetto politico, potrà dettare una linea ai suoi iscritti ma non imporre decisioni. I giocatori saranno tutti d’accordo? Non dimostrarsi disponibili in questa fase è difficile ma sulle modalità d’intervento potrebbero nascere delle incomprensioni.

Tagli stipendi, la posizione dell'AIC

Tommasi si è sempre tenuto cauto sulla questione "tagli stipendi". Il sindacato ha fatto notare che per pagare i mesi che le società vorrebbero congelare c’è tempo sino a maggio. Inoltre, sulla mensilità di marzo Tommasi e soci non transigono: qualche club ha giocato, qualche altro si è allenato per alcuni giorni e 7 sono stati in quarantena.