Non le manda a dire Diego Godin, al quale non è piaciuta la gestione e la tempistica della sospensione del campionato per l'emergenza coronavirus: "Siamo stati esposti fino all'ultimo momento, hanno continuato a tirare la corda per vedere se potessimo continuare a giocare, fino a quando la situazione non è diventata insostenibile", dice il difensore dell'Inter a ESPN. "Abbiamo continuato a giocare per diverse settimane, abbiamo continuato gli allenamenti, giocando a porte chiuse, fino a quando non è stato rilevato il positivo di un giocatore della Juventus e noi e i giocatori bianconeri siamo stati messi in quarantena". 

Coronavirus e calcio italiano, il racconto di Godin

"Il sistema sanitario in Italia è crollato, non ci sono letti di terapia intensiva per occuparsi di così tante persone gravemente malate e non possono occuparsi delle persone che potrebbero avere un'altra malattia", prosegue Godin, rientrato in Uruguay. "Dopo Juve-Inter il campionato si è fermato. Sicuramente in quella partita c'erano altri giocatori potenzialmente già infettati, quindi hanno messo direttamente in quarantena tutti noi".

"All'inizio non è stata data molta importanza, si pensava che fosse un problema cinese e che non avrebbe raggiunto altri paesi", racconta il nerazzurro. "Hanno preso le misure a poco a poco, piuttosto lentamente. Ci hanno avvertito, ma a livello governativo non sono state prese misure drastiche per prevenire ciò che sarebbe potuto accadere. Lo sforzo che fanno i medici e le persone nel servizio sanitario è impressionante".