E' il centrocampista a cui Max Allegri non vorrebbe mai rinunciare, arrivato infortunato alla Juve ma che passo dopo passo ha saputo conquistarsi il suo posto fisso: Sami Khedira è una delle colonne di questa Juventus, e alla Bild ha provato a spiegare quale sia il modo di essere di Allegri, paragonandolo a Ancelotti, recentemente ripresosi in campionato, e a Guardiola, ex Bayern con il quale lo stesso Carletto si è trovato a confrontarsi. 

ALLEGRI COME GUARDIOLA - "So come è fatto Ancelotti: dà molte, molte, molte libertà. Fa così perché vuole che i suoi giocatori siano creativi. Non ho mai lavorato con Guardiola ma penso che con lui invece ci siano regole molto ben stabilite. Il cambiamento è forte. Io con Carlo mi sono trovato molto bene e le sue vittorie parlano per lui. Non è il tipico italiano. Credo che alla Juve lo stile sia più simile a quello di Pep che al suo: allenamento intenso, molta video-analisi, molta tattica. Carlo è stato influenzato dalle sue esperienze all'estero, non è il tipico italiano". 

MA NON CREDO PIU' NEGLI STEREOTIPI -  "Non esistono più i tipici italiani o i tipici tedeschi. Basta andare al ristorante, che sia Torino o Stoccarda, per vederlo. Seduti accanto a voi ci saranno persone di nazionalità diverse. Rimangono però dei punti fermi". 

I PIU' DIVERTENTI - "Cuadrado mi prende in giro perché prima delle partite sono molto concentrato. Mi dice di ballare con lui. Marcelo, al Real, era simile: aveva la musica accesa fino a 5 minuti prima della partita. Queste non sono cose per me, ma forse perché non sono un bravo ballerino".

... ANCHE SE LE TRADIZIONI RESTANO - "Suonerà banale, ma ogni nazione nella quale ho vissuto ha le proprie tradizioni. Un giorno, appena arrivato al Real Madrid, chiamai un tecnico della Tv. Sarebbe dovuto arrivare alle 10. Da tedesco ero abituato che sarebbe arrivato alle 9.55, in realtà arrivò alle 17. Gli dissi che non si faceva così. Lui mi rispose che dovevo essere contento che fosse venuto". 

A TORINO - "Pensai che la mentalità in città sarebbe stata simile a quella madrilena. In realtà a Torino si è più vicini alla mentalità tedesca. Sono tutti molto puntuali, lavoratori, nonostante questo anche qui, di tanto in tanto, si trova il tempo per stare con la famiglia e bere un buon vino rosso".