Roberto De Zerbi, allenatore del Sassuolo, è intervenuto in occasione della conferenza stampa in vista della partita di domani contro l'Inter. Queste le sue dichiarazioni.

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Sulla partita con l'Inter

Partita affascinante. L’Inter era e rimane una grande squadra nonostante il risultato di mercoledì (contro il Real Madrid, ndr). Sassuolo è una squadra più piccola che cerca di farsi spazio tra le big. Non è che si sono capovolte le gerarchie. Sappiamo che l’Inter è fortissima e sarà una partita difficile. Noi ci stiamo conquistando spazio con merito, non ci ha regalato niente. Vogliamo giocarci la partita con coraggio e passare una giornata da grande squadra“.

 


Su Caputo, Djuricic e Berardi

Noi dobbiamo divertici e rispettare lo sport che facciamo, ma anche la nostra storia, non importantissima ma fatta di dignità e tradizione. Non dobbiamo aver paura di essere ambizioni. Quando dico che non firmo per il quarto posto, non è perché non mi piacerebbe: sarebbe fuori da ogni aspettativa. Ma per una realtà come la nostra, che tenta sempre di non fermarsi, è riduttivo perché siamo una realtà.

 Berardi sta bene, Djuricic si è allenato così così e vediamo domani se partirà dal 1′. Caputo, Haraslin, Defrel, Ricci non ci saranno. Quelli che ci saranno sono forti, giusti e vogliosi di far bene. Contro l’Inter serve intelligenza e capire le gare, mantenendo la propria identità. Quello che abbiamo acquisito è una mentalità forte“.

Su Maradona

È un momento triste per quelli della mia generazione, che sono stati dei privilegiati per aver vissuto nell’epoca di Maradona. Ieri alla squadra ho parlato 20 minuti di lui perché abbiamo tanti giovani ed è giusto che il loro allenatore gli raccontasse chi è stato il Maradona calcistico e quello dal punto di vista umano. Lui mi ha portato ad amare questo sport. Da bambino avevo il poster di Maradona.

Ho spiegato che al di là del calciatore, che è stato il più grande – ma anche ora ci sono grandi calciatori che tecnicamente possono avvicinarlo – quello che di lui ha fatto la differenza è a livello umano. L’ho stimato come persona perché la vita privata e deve essere rispettata, ma lui ha portato ha portato la gente ad emozionarsi. Ci ha sempre messo la faccia. In tutto quello che ha detto poi ha avuto ragione: dalla guerra alla FIFA ad altre cose su cui si era esposto. Il fatto che abbia sempre rappresentato il Sud contro il Nord: i club in Italia, Argentina contro Inghilterra. Questo valore rende una persona speciale. Io di lui ho sempre apprezzato che faceva il calciatore portandosi la sua tradizione, la sua infanzia, la sua povertà. Rappresentava il tifoso al di là dell’aspetto economico. Sapeva emozionare. Nato in Argentina, a Napoli o in qualsiasi parte del mondo, trasmetteva emozioni. Pochi hanno avuto questa capacità. Ora si parla del Maradona che è stato poco esempio: lui ha pagato questo sulla sua pelle essendo coerente“.