Antonio Conte, allenatore dell'Inter, ha parlato in conferenza stampa in vista della trasferta di campionato con la Sampdoria: "Giocare a Marassi è sempre difficile, un campo insidioso, Di Francesco è un tecnico molto bravo che trasferisce organizzazione alle sue squadre. Ha cambiato sistema di gioco, ma in ogni caso i suoi concetti sono chiari. Li abbiamo studiati. Ci aspetta una gara dove abbiamo tantissimo da perdere"

"Lukaku può riposare? La partita della vita è sempre la prossima, ci aspetta una partita con la 'p' maiuscola, quella contro la Sampdoria. E' la quinta in pochi giorni ed è inevitabile prendere dei rischi. La squadra deve comunque andare in campo per prendere il massimo. Romelu fa parte della rosa".

"Nessuno parte per perdere, abbiamo sempre cercato la vittoria. Ne abbiamo ottenute cinque di fila ed è importante, ma siamo solo all'inizio. Dobbiamo continuare con la stessa voglia cercando di migliorarci di volta in volta. Se vuoi essere protagonista, diventare una squadra grande e forte, servono i punti, la stabilità, le certezze. Stiamo cercando di migliorare sotto questi punti di vista".

"Quando cambi guida tecnica, in sostanza cambia tutto. C'è un percorso per tutti i tecnici che sono appena arrivati in panchina e iniziato un nuovo percorso con le proprie squadre. Ognuno di noi ha dei margini di miglioramento. Per qualcuno sarà un percorso più semplice, per altri più articolato. Io son convinto che noi ancora il nostro percorso dobbiamo farlo. Vedremo quanto in fretta ci riusciremo".

"Quando parliamo di forza difensiva, dobbiamo pensare all'intera squadra. Non difendono solo i portieri, ma tutti gli undici giocatori in campo. La cosa più importante è riuscire ad avere un equilibrio tra le due fasi. Nel calcio moderno si parte in costruzione e non, come dice qualcuno, in ripartenza. Bisogna essere sempre bravi a migliorare in tutto. Parallelismi è difficile farne, sono situazioni diverse. Ricordo comunque che nel 2011 fummo bravi a vincere da imbattuti, pareggiando tante partite. Trovammo tante di difficoltà e un Milan con giocatori forti: Ibra, Nesta, Silva, Gattuso, Robinho che, in alcuni aspetti, mancarono. C'erano anche l'Inter del triplete, il Napoli di Hamsik. Oggi non siamo noi i favoriti, ho sempre detto che Juventus e Napoli sono davanti in modo importante, ma l'approccio non deve cambiare. Il livello del torneo si è alzato. Guardiamo la Lazio che può tranquillamente stare tra le prime quattro, il Milan con questa società solida pure. Vedremo quale sarà il nostro meglio e così potremo catalogare che tipo di situazioni saremo in grado di affrontare".

"Alti e bassi? Basta andare a vedere gli ultimi nove anni della storia dell'Inter. Noi non siamo i primi a vincere le prime cinque partite. Questo gruppo due anni fa, a dicembre, era capolista per poi finire in Champions all'ultima giornata in casa della Lazio. Pure con Mancini è stato così. C'è uno storico che deve farci rizzare le antenne e tirare fuori le unghie. I cavalli buoni si vedono all'arrivo".

"Candreva? Stanno tutti bene, chi ha avuto qualche acciacco lo ha recuperato. D'Ambrosio è uno da calcio moderno perché duttile".

"Sanchez? Ne ho parlato tanto, sempre la stessa domanda. E' un calciatore come detto che ha determinate caratteristiche, sta a noi fargli ritrovare vena e brillantezza che negli ultimi anni ha un po' perso. Prima o poi lo vedrete in campo dall'inizio. Contro la Lazio si è vestito che non era entrato un calciatore qualsiasi".

"Quando parlo di crescita, intendo anche di leadership. Il mio compito è far migliorare la rosa sotto tutti gli aspetti. Io resto cauto perché dobbiamo crescere in tutto. Nessuno qui ha la bacchetta magica. Certo, il fatto di trovare grande disponibilità, ci fa stare più sereni rispetto al passato. Una o due vittorie però non cambia il pensiero: lavorare duro e dare sempre il massimo".