Intervistato dal Guardian, l'A.D. del Milan ha fatto chiarezza sugli aspetti finanziari, facendo capire che la società ha tutto sotto controllo, a partire dal debito con Elliott: "Stiamo già lavorando per rimborsarli e lo faremo davvero presto, possibilmente all'inizio del 2018. Il tasso di interesse che il Milan sta pagando sui 120 milioni è alto ovviamente, ma non tremendo. Per la popolazione cinese vedere tassi di interesse in doppia cifra nei debiti è completamente normale.
Nel peggiore degli scenari, perchè tanti tifosi mi hanno chiesto questo, nel mese di ottobre del prossimo anno il proprietario del Milan sarà Elliott. Questo è davvero il peggiore dei casi ma, giusto per rassicurazione, il futuro del club non è nebuloso. Al 99% andremo avanti con Mr Li e speriamo che il nostro progetto abbia successo: nel peggiore dei casi, bisogna stare tranquilli perchè ad Elliott non sono dei disperati. Pagherebbero solo 300 milioni, un prezzo davvero basso, e potrebbero fare business, il loro lavoro".
Belle parole per il presidente Yonghong Li: "Ha aumentato il capitale e sta investendo soldi: i tifosi lo apprezzano, non è tanto in vista ma sta spendendo soldi. Non dimenticate che questo è il più grande investimento di sempre nel calcio europeo dopo il passaggio di proprietà del Manchester United. Sperano in due/tre anni massimo di far valere il club il doppio rispetto a quanto l'abbiano pagato, ma per far sì che accada dobbiamo fare bene dentro e fuori dal campo. Han Li? Vuole conoscere tutti i dettagli del club e delle strategie che stiamo studiando. Per noi, per la nostra cultura in Italia, è molto diverso: ad esempio, l'abitudine era quella di avere proprietari e presidenti che sono molto spesso presenti fisicamente allo stadio, agli allenamenti, protagonisti di interviste. E' come un'assicurazione per i tifosi in Italia per sapere chi esattamente sia il presidente e sapere cosa possa fare per il club. Avere un presidente che non sia così presente, che non rilascia interviste ed ha un profilo parzialmente sconosciuto da tutti, specialmente all'inizio rappresenta un ostacolo parziale con i tifosi. Ma ciò che vedo ora è che la situazione è diversa, i tifosi stanno supportando a livello internazionale il club e la nuova proprietà. Domenica scorsa a Crotone Han Li, ad esempio, era presente al match, e ha visto molti tifosi chiedergli foto con lui. Questa proprietà vuole far tornare grande il club e sta investendo con i suoi soldi".
Necessaria la qualificazione in Champions League: "Siamo il club più internazionale in Italia. La Juventus ha più titoli nazionali, ma il calcio europeo è nel DNA del Milan. Siamo lieti di aver raggiunto la qualificazione in Europa League perchè rappresenta un passo importante e sarà una priorità per noi quest'anno tornare su un palcoscenico internazionale, ma la casa del Milan per natura deve essere la Champions League. Questo è l'obiettivo che i nostri proprietari ci hanno posto: vorrebbero vedere il Milan costantemente in Champions negli anni a venire. Sanno che, dal punto di vista sportivo ed economico, cambia la vita di un club, soprattutto in Italia, perchè le entrate sono impressionanti. L'obiettivo è difficile, ma non impossibile, rappresenta il traguardo minimo che vogliamo raggiungere. Il nostro club è un gigante che ha dormito per due o tre anni, ma è come una Ferrari che è stata tenuta in un garage, e devi metterla in pista per farla sentire libera".
Senza Champions però non tutto è perduto: "Come potrete immaginare, ho un piano A e un piano B: all'UEFA ho presentato un piano più conservativo che mostra una progressione del club anche se non raggiungerà la Champions League in questa stagione. In quel caso, l'investimento sul mercato non potrebbe essere alto e dovremmo pensare anche di vendere uno dei nostri top player. Gli investitori ed io vogliamo arrivare a quel traguardo, ma siamo preparati se non lo raggiungeremo e assicureremo la piena protezione e sicurezza del club".
Strategie di mercato: "E' stata una nostra decisione: avremmo potuto decidere di comprare 3 o 4 giocatori quest'anno e fare lo stesso l'anno prossimo, che avrebbe forse reso più semplice l'integrazione degli stessi nella squadra, ma con il D.S. Mirabelli abbiamo deciso di fare una grande rivoluzione quest'anno. Sappiamo che potrebbe volerci un anno circa per vedere integrati tutti i giocatori, ma in questo modo l'anno prossimo saremo nella posizione di cambiare magari due o tre giocatori che non renderanno nel miglior modo. E' un rischio calcolato, secondo noi".