Adesso quei 49 milioni, bonus compresi, che l'Inter potrebbe pagare interamente, anche se a rate, per acquistarlo non sembrano più un'enormità. Perché Nicolò Barella nei suoi primi 15 mesi in nerazzurro ha dimostrato non solo di poter giocare in una grande del campionato italiano, ma soprattutto di essere un centrocampista da top club europeo (il Barcellona ha chiesto informazioni) e da nazionale. A Genova sabato l'ennesima conferma con l'impatto devastante avuto sul match quando Conte gli ha chiesto di alzarsi dalla panchina, ma quella del Ferraris è stata solo l'ultima prova convincente di questo ragazzo sardo che ama poco le parole e molto i fatti. E che con la sua corsa, la sua generosità e la sua grinta si è ritagliato un ruolo chiave nella mediana nerazzurra e nel cuore dei tifosi.

Inter, che inizio di stagione per Barella

Barella ha iniziato il 2020-21 meglio rispetto al 2019-20. Sia con l'Inter sia con la Nazionale. In nerazzurro non ha ancora segnato, ma ha servito un assist "pesante" contro la Fiorentina e un ottimo pallone sabato per l'1-0 di Lukaku. Con l'Italia è stato il match winner nella trasferta in Olanda e con una gran palla ha innescato la rete di Pellegrini contro gli orange a Bergamo. E' un punto fermo sia per Conte sia per Mancini che nelle ultime 16 partite di Nations League o qualificazione agli Europei (escluse dunque le amichevoli) lo ha fatto giocare titolare 14 volte (ha saltato le due sfide contro il non irresistibile Liechtenstein). Deve crescere in zona gol, ma qualche passo in avanti lo ha fatto come dimostra per esempio la rete nella semifinale di Europa contro lo Shakhtar. Intanto, però, ha imparato a limitarsi a livello di cartellini gialli, in passato il suo tallone d'Achille.

(Getty Images)
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