Due idee, un intento comune: un nuovo Stadio a San Siro. Dal Politecnico di Milano Milan e Inter hanno presentato i due progetti finalisti per il nuovo stadio dei due club.

Ha preso la parola per primo Scaroni, presidente del Milan: “Amiamo moltissimo San Siro, ma così com’è non va più bene per competere con le altre squadre europee. Sarà l’occasione per riqualificare anche il quartiere di San Siro, che ora è un non luogo, e si anima soltanto nelle due-tre ore di partita”.

Poi è stata la volta di Antonello, Ceo Inter: “Una città green, visibile e resiliente, i progetti che vedrete si inseriscono nella mission che il Comune ha voluto darsi. E’ una città che nel suo dna ha l’innovazione: è un progetto per Milano e per i milanesi, non solo per i tifosi che vanno allo stadio. Perché non si può ristrutturare il Meazza? Ci sono tre livelli costruiti in tre fasi diverse, con poca interconnessione tra loro. Gli studi dicono che servono 100.000 metri quadri di spazi, e c’è poco spazio persino tra le file di posti. I servizi per il secondo e terzo anello sono inesistenti, quasi 50.000 persone non dispongono di servizi idonei. Con una ristrutturazione, che abbiamo studiato, San Siro di oggi perderebbe comunque la sua identità, con l'abbattimento di torri e anelli, e avrebbe un problema di capienza, per cui sarebbe difficile raggiungere 60.000 posti come nei progetti che presentiamo, oltre a rimanere il problema di servizi, di sicurezza con lavori durante la stagione sportiva e di spazi".

Ancora Scaroni: “Due gli obiettivi: uno stadio moderno e funzionale, e un nuovo distretto, più verde e più sostenibile. La nuova costruzione sarà più bassa, circa 30 metri, e meno impattante dal punto di vista visivo. Minore impatto acustico, per uno stadio chiuso: uno stadio più amico dell’ambiente e di chi abita nella zona".

Poi è stato il momento dei progetti. David Manica, del progetto Manica-Cmr: “Due anelli che si intersecano, in opposizione ma in equilibrio tra loro, come se fluttuassero. 10 ettari di giardino e parco pubblico. Sul tetto della zona commerciale resterà il prato storico di San Siro, a disposizione della città. Posti più vicini al campo, più posti in curva, ma con una maggiore accessibilità. Facciate aperte, come se fossero un sipario teatrale, e cambi di luce e di colore in base a quale squadra giocherà. La facciata è composta da 16.000 volti di tifosi: sarebbe bello che un padre facesse vedere al figlio la foto del nonno sulla facciata dello stadio. Non sarà una cattedrale, ma uno stadio per la gente”.

Cristopher Lee, Managing Director Populous: “Ci siamo spirati alle icone di Milano, ma con una parte più futuristica, che sposasse la tradizione e la sostenibilità. Siamo partiti dal dna di Milano, per creare una nuova icona per Milano, riconoscibile come l’attuale San Siro, un disegno futuristico con un occhio alla tradizione. Galleria che ricorda la Galleria Vittorio Emanuele II, per VIP come per tifosi, una miscela di persone senza isolarle troppo. Poi un parco urbano, aperto a tutti i cittadini di Milano, con spazi ufficio, Abbiamo voluto abbassare il campo di gioco per restare bassi e abbiamo lavorato con gli ingegneri acustici per un impatto minore possibile per i residenti. La zona diventerà viva 24 ore su 24. Ci sarà un museo, con ingresso con ascensore nell’attuale cerchio di centrocampo. Il tetto sarà in pannelli fotovoltaici, ci sarà un sistema di raccolta di acqua piovana per le toilette, sun istema di teleriscaldamento e teleraffreddamento. Vogliamo un’architettura che sia autenticamente legata al luogo. Una cattedrale bianca per la città, rossa come un incendio quando gioca il Milan, blu avvolgente come un biscione quado c’è l’Inter. All’interno un catino più stretto, per 60.000-65.000 tifosi, più raccolto, come un teatro d’opera. Sarà uno stadio per Milano, non per Mosca o altrove”.