Eusebio Di Francesco ne va orgoglioso. Il calcio italiano, per tecnica e numeri, si aggrappa alle sue giocate. Domenico Berardi rappresenta il futuro azzurro e non solo: intervistato dalla Gds, il giocatore del Sassuolo ha provato a ripercorrere la sua carriera, cercando di spiegare anche quali siano gli obiettivi per il futuro.
SCOPERTO AD UNA PARTITA DI CALCETTO - "Era il settembre 2009. A Modena giocavo tornei a 5 con mio fratello e i suoi amici. Un giorno venne al campo Pasquale Di Lillo, collaboratore del Sassuolo, che rimase colpito dal mio gioco. Mi segnalò a Luciano Carlino, vice della squadra Allievi, che nel giro di tre giorni mi contattò per un provino. Andai e feci bene".
4 GOL AL MILAN? NON SOLO - "Mi sono dedicato più alla squadra, in fondo non sono un cannoniere. Ma quest’anno punto a toccare ancora la doppia cifra e magari centrare il record personale di 17 gol".
I MODELLI - "Messi per tecnica e classe, Ibrahimovic per potenza e abilità. Ma se guardo ai colpi, mi sento più simile a Robben".
LA JUVENTUS - "Fa piacere essere accostato a un grande club. Tra l'altro nel 2006, avevo 12 anni, un emissario juventino venne a vedermi in un torneo di Giovanissimi. Voleva portarmi subito a Torino ma io rifiutai perché non me la sentivo di lasciare la famiglia e la mia terra. Ricordo che piansi al pensiero di andare via".
NAZIONALE - "Ci spero. Voglio andare all’Europeo".
DA RAGAZZINO... - "Da ragazzino tifavo Inter, ora tifo solo per i motori, cioè Ferrari e Valentino Rossi".