Il Napoli è tornato in campo questa mattina per riprendere gli allenamenti in vista delle eventuale ripresa del campionato. Questo il report pubblicato sul club azzurro sui propri canali ufficiali: "Allenamento, nel rispetto delle norme previste, per il Napoli al Training Center. La squadra si è allenata sui campi 1 e 2. Prima fase dedicata al lavoro aerobico. Successivamente seduta atletica incentrata sulla velocità con serie di variazioni di allunghi. Di seguito esercitazioni di passaggi. Chiusura con lavoro di tecnico tattico finalizzato al possesso palla". Da valutare Llorente e Allan che sabato hanno svolto allenamento differenziato avendo accusato un affaticamento muscolare.

NAPOLI, TUTTI NEGATIVI AI TAMPONI

Intanto continua lo screening sui calciatori da parte della società azzurra. Su Radio Punto Nuovo è intervenuto Vincenzo Mirone, responsabile scientifico della consulta medica SSC Napoli e responsabile degli screening attraverso tamponi Covid-19 per lo staff ed i giocatori del SSC Napoli. I calciatori azzurri negativi al settimo controllo consecutivo, ecco le sue parole: “Siamo arrivati al settimo tampone e siamo stati premiati dal sano stile di vita dei calciatori: isolamento, attenzione alle famiglie. Negatività ripetuta, quindi, in tutti e sette i tamponi. Adesso dobbiamo guardare al protocollo della FIGC, considerando il grande punto dei medici sociali e c'è tanto mal di pancia: esce sul tavolo la responsabilità penale, che è assurda. Magari uno dei miei calciatori ha un momento di sbandamento e si contamina in un bar, stiamo facendo la caccia alle streghe, troppe responsabilità date dalla circolare INAIL. Argomento molto italico che potrebbe creare problemi, spero in un equilibrio".

Dobbiamo capire se il Governo entro il 13 o 20 giugno, riuscirà a mettere nero su bianco. Presto ricorreremo ai test immunitari per capire se c'è stato un precedente contagio, poi parliamo di sanificazione, le famose 300 persone che girano intorno ad una partita. La strada è ancora irta. Noi chirurghi andiamo in sala operatoria e facciamo firmare un foglio al paziente per condividere la responsabilità, si chiama consenso informato. Un modo intelligente potrebbe essere che il medico sociale si assume le responsabilità, ma nel momento in cui un giocatore o dipendente, firma il consenso informato. Almeno c'è condivisione, lasciare la responsabilità al solo medico sociale mi sembra eccessivo. Compleanno De Laurentiis? È motivato, contento. Sta avviando una rifondazione molto interessante".