E adesso Verona-Spal, per non salutare definitivamente, e anche quasi matematicamente, la Serie A. Una stagione davvero disastrosa per moltissimi, tra i calciatori scaligeri, che dalla suggestione del tridente dei senatori Cerci-Cassano-Pazzini, paventato in estate da una campagna acquisti che sembrava eccellente, s'è ritrovata a veleggiare mestamente verso le bassissime sfere del campionato.

Colpa, probabilmente, della difesa ballerina di Pecchia, di alcune sue scelte discutibili, di un centrocampo poco tecnico e di un attacco che definire sterile è riduttivo. 0 i gol di Matos, 0 di Petkovic, 2 di Verde, 2 di Cerci. Null'altro, se non i diversi centri da rigore del Pazzo, che a fine gennaio ha salutato tutti. L'unico a salvarsi, anche a livello fantacalcistico, dell'intera rosa veronese è stato lui: Rômulo Souza Orestes Caldeira, 31 anni da compiere, un passato - seppur breve - alla Juventus e in Nazionale, e ora bandiera e capitano della rosa dell'Hellas che rischia seriamente di tornare in B.

Dove lui, jolly buono per tutti i ruoli e le stagioni, potrebbe anche non scendere: ha giocato una stagione sontuosa, per intensità e abnegazione, fisicamente s'è dimostrato una roccia, e non a caso è già diventato obiettivo di mercato di Sampdoria e Genoa. Non possono non essere sottovalutati, d'altra parte, i 3 gol e 4 assist realizzati, che portano la sua fantamedia sino a quota 6.29. Alta, non altissima, ma sinonimo di affidabilità anche dal dischetto, visto che dopo l'addio di Pazzini, a parte una breve parentesi Cerci rigorista, poi è stato lui a essere sempre delegato a calciare dagli 11 metri (ed anche un po' a sorpresa, visto che in Serie A non ne aveva mai calciato in carriera). E senza tradire le attese: se il fantacalcio perderà il Verona, è giusto che non perda lui, il terzino destro capace di segnare, correre e rincorrere sempre e dovunque. Già obiettivo tangibile tanto del calciomercato, quanto del fantamercato estivo.