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Fabio Radaelli, noto allenatore argentino ed ex scout del Racing Avellaneda, ha parlato di Lautaro Martinez, scoperto a Bahia Blanca, e del suo momento a Milano nel corso di un'intervista concessa a Tuttosport.

Inter: Lautaro Martinez, parla chi lo ha scoperto

«Destro, sinistro, controllo di palla, finta di corpo, abilità nel proteggere la sfera e nel far salire la squadra. Era impossibile non notarlo. Già da giovanissimo Martinez possedeva delle caratteristiche differenti. Piaceva pure al River, fu una grande soddisfazione riuscire a tesserarlo».

Decisivo in Serie A?

«I due gol nell’ultimo derby contro il Milan nascono da movimenti che per me non sono assolutamente nuovi. Non è un caso che fosse libero di colpire di testa per l’1-0. Né che avesse fatto finta di partecipare all’azione, e che poi in realtà sia andato a concluderla con un tocco vincente, sul raddoppio. Una sorta di replay rispetto a quando scoprii per la prima volta il giovane Lautaro».

Intervista allo scopritore di Lautaro sulla crescita dell'argentino

«È normale che i ragazzi giovani abbiano bisogno di un tempo di adattamento di sei-dieci mesi prima di potersi esprimere al meglio. Non è lo stesso alzarsi con la pappa pronta della mamma o essere lontani da casa e dover badare a se stessi. Nel caso di Lautaro successe tutto il contrario di quello che normalmente si legge nei libri. Ha segnato subito, si è laureato capocannoniere nelle divisioni inferiori e successivamente è risultato immediatamente determinante per la prima squadra».

E pensare che poteva andare all’Atletico Madrid.

«Nel suo contratto era inserita una clausola da 9 milioni di euro. Lui era molto legato al Racing e capì che il club avrebbe potuto incassare di più dalla sua cessione. Così rinnovò e la società alzò la clausola. Il resto è storia».

Come lo vede all’Inter?

«Benissimo. Può diventare senza dubbio il migliore del mondo nel suo ruolo. Lautaro, a soli 23 anni, è già tra i migliori attaccanti d’Europa. Per noi argentini è la punta del decennio. Con Lukaku ha un feeling incredibile: lui ed il belga si intendono alla perfezione. È una delle coppie gol tra le più importanti del globo. Si cercano, si aiutano, segnano e forniscono assist. Diciamo che Nina (la figlia di Martinez, ndr) è nata da un papà che come si dice qui porta il gol sotto al braccio».

Barcellona al palo senza Lautaro

Si capisce il motivo per cui Messi lo volesse al Barcellona.

«In Spagna si staranno mangiando le mani (ride, ndr). Ai blaugrana manca un sostituto di Suarez, una punta come Lautaro. Non è un caso che si fosse parlato così tanto dell’interessamento dei catalani per Martinez. Io però non ho mai avuto dubbi sul suo comportamento all’Inter. È un bravo ragazzo, che ha sempre voluto far parlare il campo. Sicuramente arriverà dove vorrà: è uno di quei tipi di giocatori che determinano il proprio destino in base alle proprie qualità di gioco».

 

Lautaro (Getty)
Lautaro (Getty)