Paolo Scaroni, presidente del Milan, ha parlato nel corso di un'intervista concessa al 'Corriere della Sera'. Queste le parole del numero uno del club rossonero che ha toccato vai temi.

Intervista a Scaroni sullo scudetto

Esperienza vissuta da Paul e Gordon Singer in questi giorni? «Anche i fondi di investimento hanno un cuore? Sicuramente hanno un cuore sportivo! È stata un’esperienza, direi excited, per loro, Gordon era più abituato, Paul non aveva mai visto il Milan. Sono arrivati dalla Florida con grande fiducia, erano molto ottimisti di vincere lo Scudetto, noi italiani eravamo più scaramantici ... Io continuavo a dire che volevo arrivare quarto, come ho detto tutto l’anno, anche domenica che non era più possibile...».

 

Mancati rinnovi di Gianluigi Donnarumma e Hakan Çalhanoğlu? «Non ho visto il minimo tentennamento su entrambi. La sostenibilità è una rotta da cui non si transige, ed è quella che mi faceva dire che volevo arrivare quarto, il minimo per mantenerla. Quest’anno lo chiuderemo con la gestione ordinaria che genera cassa, per dire».

Stadio a Sesto San Giovanni? «Questa non è la nostra intenzione. Io tengo aperte entrambe le opzioni, San Siro e Sesto San Giovanni. Poi c’è la variabile che riguarda le proprietà: Elliott ha intrapreso un percorso in cui sta sondando opportunità di vendita, che comunque richiederà del tempo, almeno tre mesi. Poi deciderà il nuovo proprietario, RedBird o chi sarà».

Intervista a Scaroni sul calcio italiano

Calcio italiano? «Da noi ci sono troppe pause, troppi giocatori che perdono tempo, troppi fischi dell’arbitro, 26,8 falli fischiati a partita contro i 20,4 della Premier, per dire. Una partita da noi ha un tempo effettivo inferiore ai 50’. Anche arbitri e giocatori devono capire che fanno parte dello show. È una questione esistenziale per noi perché i soldi sono la benzina del calcio, ma non è un problema solo di soldi. Così non riusciamo a trattenere i nostri giocatori migliori. Vorranno sempre andare in Premier».

Intervista a Scaroni sulla nuova società

Su cosa cambierà con l'arrivo di RedBird alla guida del Milan? «Io credo che chiunque compri il Milan compra un gioiello, una macchina che funziona bene, con un pubblico formidabile. Poi se chi compra aggiunge le sue competenze, e RedBird ne ha, ben venga»

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