Abdelhamid Sabiri, centrocampista della Sampdoria, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai taccuini di Secolo XIX. Queste le sue parole.

Sampdoria: Sabiri parla del suo ruolo

"Mi piace fare la mezzala, anche se per qualità sono forse più un trequartista. Mi piace però essere spesso coinvolto nel gioco, toccare tante volte la palla, e la mezzala di una squadra di Giampaolo, con un centrocampo a tre, ha questa possibilità. In più se l’altra nostra mezzala ha caratteristiche più difensive, tipo Rincon, mi consente quando le fasi di gioco lo permettono di spingermi comunque in avanti. Penso che qualche gol lo farò anche da mezzala".

Sulla notorierà

"Per me personalmente non è cambiata molto. Chiaramente per strada a Genova la gente mi riconosce molto di più, in tanti mi chiedono fotografie o selfie ma quel gol al Genoa, quel momento fanno parte del mio passato. Il derby fa parte dello scorso campionato. Sono abituato a concentrarmi sul futuro, sulle prossime tappe della mia carriera".

Sul ritiro pre-stagionale

"Fisicamente stanco, ma contento. È stato un buon ritiro, l’allenatore ci chiede e si aspetta molto da noi. È chiaro che tipo di calcio vuole proporre. Noi siamo molto concentrati nel seguirlo. Per quanto mi riguarda, nella scorsa stagione ero esterno, adesso mezzala. Ho molto da imparare per diventare “padrone” del nuovo ruolo. Il mister mi aiuta molto, mi spiega, mi fa vedere. Mi insegna quando devo difendere o quando devo attaccare. Mi ha insegnato a fare l’esterno e ora la mezzala e fino adesso non si è mai arrabbiato con me. Oppure non me ne sono accorto… E posso fare affidamento anche sui miei compagni. Grazie a tutti".

Su Giampaolo

"All’inizio non capivo quasi niente di quel che diceva. Ma adesso “pizzica”, “pulisci la palla” li so, quando mi dice “falla cantare” so che c’è da fare i passaggi corti, precisi, veloci. Non è vero che prima di tutto cura la fase difensiva, non è un allenatore che punta allo 0-0. Mi piacciono le sue idee di calcio, l’evitare i lanci lunghi, il cercare sempre e comunque di giocare palla al piede. È divertente per un calciatore. E per me, per le mie caratteristiche, con questa idea è più facile inserirmi nella Sampdoria".

Sugli obiettivi e le punizioni

Giocare il maggior numero di minuti possibili e diventare un calciatore titolare della Sampdoria. Questo è il mio prossimo step. La mia ambizione, dimostrare di potere essere un calciatore chiave per la Samp. Le punizioni sono il mio respiro. Ho cominciato a calciarle quando avevo circa 14 anni, nel club tedesco per il quale giocavo, e non sono più riuscito a smettere. Il mio modello è sempre stato Juninho Pernambucano. Adesso penso di essermi costruito un mio stile, a seconda della distanza e della posizione della palla cambio qualcosa. Ma all’inizio cercavo di imitare in tutto e per tutto lui, di calciare solo come lui. A livello generale, ero conquistato da Zidane e Ronaldinho".

Sulla Serie A

"Il calcio italiano è più adatto alle mie caratteristiche, perché è più tattico, ordinato. Alimenta anche la creatività, perché le difese sono strettissime e se vuoi passarci in mezzo qualcosa ti devi inventare. In Germania ad esempio le partite sono tutte un corri, corri, corri, attacca, attacca, attacca".