Mattia Grassani, avvocato esperto di diritto sportivo, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Tv Play a proposito della sentenza della Corte Federale d'Appello della FIGC sul caso Juventus.

Penalizzazione Juventus, intervista a Mattia Grassani

Di seguito uno stralcio del suo intervento:

"La sentenza della Corte Federale d’Appello all’esito di giudizio di revocazione è una sentenza corposa, redatta dai migliori giuristi della Figc e a mio avviso errori macroscopici non se ne intravedono. Certo è che il Collegio di Garanzia del Coni procede su aspetti formali di legittimità: se dovesse tornare indietro chiederebbe di rimediare agli errori e indicherebbe un range al ribasso della sentenza. Così a pelle, leggendola più volte, è una sentenza che ha un suo fondamento, anche ci dovesse essere un annullamento con rinvio può esserci una riduzione dei punti di penalizzazione, ma non l’annullamento in sè e per sé. Il giudizio del Collegio di Garanzia non è contro o a favore di qualcuno, ma rimette al meglio dei giudici sportivi che ci sono in Italia una questione che è tecnica. Parliamo di un percorso che ha avuto un primo grado davanti alla Procura Federale in cui la Juventus è stata prosciolta, un secondo grado in cui la Juventus è stata prosciolta, una riapertura che ha portato al -15. Il tema è capire se nel giudizio che ha portato il -15 sia stato riportato tutto correttamente: questo sarà il compito del Collegio di Garanzia, dire che ci sia una parte avvantaggiata è un qualcosa che di fronte a questo tipo di giustizia è inadeguato. L’attenzione e la professionalità di questi giudizi prescinderà da correnti, simpatie e antipatie".

Sul caso stipendi

“Il filone che riguarda le quattro mensilità della stagione 19/20 formalmente rinunciate da tutti i calciatori della prima squadra della Juventus, parliamo di 90 milioni di euro, è un filone estremamente delicato, che può portare conseguenze a tutti i soggetti coinvolti. Perché se tre delle quattro mensilità, che è l’ipotesi dell’accusa, in realtà non sono state rinunciate come annunciato, ma slittate nella stagione 20/21, si tratta di comportamenti giudicati in maniera molto grave dalla giustizia sportiva. C’è sempre la presunzione d'innocenza, ma così fosse ci sarebbe stata una slealtà sportiva rispetto a tutti gli altri club, perché gli altri club avrebbero pagato 12 mensilità, mentre la Juventus le avrebbe slittate. Ci dovesse essere un procedimento sportivo la Juventus dovrebbe fare molta attenzione. Per queste violazioni non c’è un minimo o un massimo della pena, il range in caso di concorrenza sleale si va dall’ammenda alla radiazione, la risposta che io do è che, a mio avviso, in caso di condanna per questo secondo filone difficilmente rischierà la retrocessione, piuttosto penalizzazione di punti, afflittivi in questa stagione, ma la retrocessione si applica quando un club ha falsificato i bilanci in modo da far apparire una realtà completamente diversa rispetto a quella che è oppure per iscriversi al campionato. Poi quanti punti di penalizzazione non so dirlo”.

E ha concluso: "Il tema della credibilità della giustizia sportiva è centrale, deve fornire risposte certe non solo al diretto interessato, in questo caso la Juventus, ma a tutti. Il procedimento per le quattro mensilità è ancora in istruttoria, siamo come previsione a cavallo di una decisione che dovrebbe arrivare tra maggio e giugno, ma se arrivasse a luglio o ad agosto, se ci sarà affermazione di responsabilità, la sentenza inciderebbe comunque su questa stagione. C’è ampio margine quindi. I giocatori? Un principio fondamentale della giustizia sportiva è che le sanzioni sono immediatamente esecutive, l’esempio sono i 15 punti che sono già in vigore".