Lunga intervista rilasciata da Sebastian Giovinco al sito ufficiale della Juventus, l'ex Formica Atomica ha parlato di tanti argomenti, in particolare della sua esperienza in bianconero e del breve passaggio sfortunato alla Sampdoria. Di seguito, appunto, i passaggi principali del suo intervento.

Giovinco sulla prima Juventus dei grandi

"Era la Juve di Capello, una Juve fortissima. Ovunque ti voltassi c’era un campione. Ricordo Ibra che massacrava tutti, faceva battute e stuzzicava in continuazione. In uno dei miei primi allenamenti mi disse “You’re a stupid boy”. Rimasi un attimo stupito. Stupido? Perché? Non avevo fatto niente. Non ho detto niente e ho continuato ad allenarmi, poi, conoscendo il personaggio, ho capito. Era il suo modo di testarmi, voleva vedere come reagivo alla pressione. Se uno si buttava giù, evidentemente, non era pronto. Dovevi essere pronto a farti scivolare tutto addosso per reggere la pressione di stadi e avversari". 

Sebastian Giovinco con la maglia della Sampdoria (Getty Images)
Sebastian Giovinco con la maglia della Sampdoria (Getty Images)

Giovinco sul ritorno alla Juventus di Conte

"Quando Conte mi ha richiamato non potevo dire no. Mi voleva fortemente e io ho fatto di tutto per ripagare quella fiducia. Alla Juve devi solo lavorare, non c'è tempo per stare a pensare. Ogni giorno bisogna fare meglio di quello precedente, l’ambiente ti porta ad alzare continuamente l’asticella. Il Mister ti spingeva a farlo al massimo".

Giovinco sull'esperienza poco felice alla Sampdoria

"La Juve l’ho rincontrata in Canada, era un’esibizione, ed è stato bello rivederla, poi l’ho affrontata da avversario con la maglia della Sampdoria, anche se devo dire che speravo che il mio ritorno all’Allianz Stadium fosse diverso. Ho giocato contro la Juve la mia unica partita in blucerchiato, ho giocato da infortunato, praticamente su una gamba sola, ma ci tenevo a esserci per la Samp. Mi sono fatto male il primo giorno con loro, ho provato a forzare per ripagare la fiducia, ma avrei dovuto darmi più tempo per entrare bene in condizione invece di partire a mille per onorare il mio senso del dovere".