L'ultima gara giocata, per Geoffrey Kondogbia, risale esattamente ad un mese fa. Si giocava Inter-Frosinone (4-0), e in uno dei primi 4-2-3-1 stagionali di Mancini il francese faceva coppia con Felipe Melo nei due che componevano la cerniera mediana. Poi lo stop muscolare, le due gare saltate, e le successive due (Udinese e Lazio) in panchina. Ora la lunga squalifica di Felipe Melo, nel 2016, dovrebbe riconsegnarli un minimo di spazio in più: d'altra parte in quel ruolo Mancini dispone anche di Medel e di Guarin, e le maglie sono assai strette. Quel che è certo è che, a prescindere dal suo recente utilizzo, il contributo alla causa nerazzurra del francese, pagato in estate quasi 31 milioni, è stato sicuramente al di sotto delle aspettative.
Ad oggi la sua media voto risulta esser pari a 5,79 (1 gol e 1 assist a corredo, ma con tanto di 4 cartellini gialli in 12 apparizioni). Poco, molto poco, se si considera che il suo rendimento è paritetico rispetto ad altri insufficienti stagionali come Mario Suarez e il suo compagno Perisic.
Ieri sera, intanto, l'ex DG interista Fassone a TeleLombardia ha rivelato un retroscena succoso in merito alla sua dibattuta acquisizione estiva: il roccioso centrocampista venne infatti strappato alla concorrenza dei cugini rossoneri dopo un'estenuante trattativa tenutasi in quel di Monaco. "L'inserimento del Milan - ha dichiarato Fassone, che ha interrotto il suo rapporto con l'Inter a metà settembre - ci ha complicato le cose, per cui alla fine abbiamo deciso di alzare l'offerta. I rossoneri credo abbiano offerto di più, ma fondamentale è stato Mancini che lo ha convinto a firmare per noi". Ora è proprio Mancini a chiedere al suo pupillo delle risposte sul campo. Gennaio è alle porte.