La fede juventina, l’identità emiliana: a poche ore da Bologna-Juventus, a giocare in anticipo la sfida dalle pagine della Gazzetta dello Sport è il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. “Bologna in Europa League e Juventus che vince la Champions? Ci sto…

Sulla riapertura del 4 maggio, probabilmente decisiva per la ripresa degli allenamenti e del calcio italiano: “La considero un’intuizione di buon senso, nata da un confronto con i dirigenti delle squadre emiliane, in primis con Giovanni Carnevali del Sassuolo e Claudio Fenucci del Bologna, che mi fecero notare che un calciatore professionista poteva correre da solo in un parco pubblico, ma non al campo d’allenamento, solo e in piena sicurezza. Ve lo immaginate Cristiano Ronaldo fare jogging inseguito dai tifosi? Quindi ne parlai col ministro Spadafora e il Governo decise di concedere le sedute individuali. Non sta certamente a me dire quanto possa aver contribuito, ma se ho dato una mano a sbloccare una situazione che sembrava a un punto morto ne sono solo felice. Da amministratore pubblico e da appassionato di calcio".

Bonaccini: "L'idolo? Platini"

Bonaccini, tifoso juventino da 1 a 10 “assolutamente dieci. Fin da bambino. Pensi che ricordo come fosse ora il ritorno dalla finale di coppa Uefa a Bilbao, che permise alla Juve di vincere la prima coppa europea, ed avevo dieci anni. Mio papà tifa da sempre Juve, anche se in maniera distaccata. Per me il calcio invece è proprio una passione smisurata, tifo Juve ma seguo tutto il calcio, anche internazionale, da sempre. I miei amici mi prendono in giro perché conosco praticamente tutte le squadre e tutti i calciatori dagli Anni ‘70 ad oggi. L’idolo? Michel Platini, decisamente".

Sugli insegnamenti che il calcio può trarre dal lockdown: “Mi auguro che abbia compreso il bisogno di tornare un po’ più con i piedi per terra e a misura d’uomo. Il calcio è una delle prime industrie del Paese e garantisce lavoro a migliaia di persone, sostiene gran parte dello sport italiano, oltre ad essere lo sport più popolare, con milioni di appassionati al seguito. E’ un patrimonio che non va disperso, dunque servono dialogo e meno polemiche. Il pubblico allo stadio? Mi sono espresso già a favore di questa opportunità: non bisogna allentare le precauzioni, ma uno stadio permette più di altri luoghi di distanziare bene le persone. Per me il calcio senza spettatori non è calcio".

"Il Sarri di Napoli non si è visto"

L’esempio di Sinisa Mihajlovic: “Pochi giorni fa ha presentato a Bologna una campagna a sostegno dei ricercatori dell’Ail e ha detto che sta molto meglio. Ci ha insegnato a non mollare mai, con dedizione e sacrificio, come faceva peraltro in campo. Mi faccia anche dire con orgoglio che ha trovato in Emilia-Romagna una sanità di grande qualità. Sono felicissimo che il Bologna gli abbia rinnovato il contratto, dimostrandosi un club tra i più seri in circolazione. Se abbiamo parlato? No, non ci siamo mai conosciuti. E non mi andava di disturbarlo, in un momento così particolare della sua vita. Io ho tifato per lui e confido di incontrarlo prossimamente per stringergli la mano e augurargli tutto il meglio possibile”.

Sulle individualità del Bologna: “Orsolini fra gli italiani. E poi secondo me avrà un gran futuro Tomiyasu. Dove guarderò la partita? A casa, in televisione: spero di riuscire a vedere il secondo tempo, prima ho un impegno istituzionale”.

Sarri, Allegri o Conte? “Mi piacevano tantissimo sia Conte che Allegri, così peraltro diversi tra loro. Il primo per come ha abituato la Juve a comandare il gioco è riportarla dove meritava di stare. Il secondo per la capacità di gestire situazioni complesse e anche saper sdrammatizzare. Purtroppo il bellissimo gioco di Sarri al Napoli, alla Juve ancora non si è visto, speriamo vinca lo scudetto e perché no si possa continuare a sognare la Champions, anche perché saranno i risultati a determinare il suo futuro”.

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