"Avevo appoggiato Carlo sbagliando i tempi e i modi. Non ero stato corretto con gli sfidanti, però ho fatto tesoro di quell'errore. Credevo che Tavecchio fosse il punto di equilibrio e invece avevo torto". Questo il duro attacco di Andrea Abodi - avversario di Carlo Tavecchio per la presidenza della Figc - apparso sulle colonne del Corriere della Sera. Abodi, presidente della Lega di B dal 2010, ha rincarato la dose: "Le motivazioni che allora mi hanno spinto a stare dalla sua parte, adesso sono quelle che mi hanno convinto a scendere in campo. A cosa mi riferisco quando parlo di una Federazione più trasparente? La gente ha bisogno di capire cosa stiamo facendo. Solo così può ritrovare fiducia nelle istituzioni. Ci sono troppi fattori di decrescita: dalle presenze negli stadi, agli ascolti televisivi. Stanno diminuendo anche le affiliazioni delle società e i tesseramenti. Tutto questo va combattuto".
Abodi ha poi spiegato i punti focali su cui desidererebbe concentrarsi in caso di elezione: "Il mio programma? Le parole chiave sono: reputazione, competitività, sostenibilità. E senza sostenibilità non c'è reputazione. Vorrei dare alla Figc un'impronta più aziendale, moderna e dinamica. E bisogna evitare fratture troppo ampie tra le Leghe. Se non c'è unità è tutto più difficile. Inoltre, va studiato meglio il rapporto tra il professionismo e il mondo dei dilettanti. Invece, sino adesso, le componenti ragionano in maniera separata".