Il conti del calcio italiano, gli aiuti che non arrivano e il decreto crescita che sta per essere cancellato, ma soprattutto la questione stadi che in Italia non si sblocca: ne ha parlato Claudio Lotito al DLA Piper Sport Forum in collegamento dal Senato.
Lotito sulla questione stadi
"Lo stadio è fondamentale, pensate che io, quando sono entrato nel calcio, dissi proprio che noi avevamo necessità di recuperare stabilità economica. Lo stadio è una delle principali fonti di ricavi: in Germania è la principale, solo con la birra le squadre tedesche guadagnano cifre spaventose. Il vincolo idrogeologico fa sorridere, si basa sulla possibilità che ogni cent'anni possa esservi un'inondazione. Venezia è costruita sull'acqua. Ci sono cose che possono essere risolte. In Italia siamo indietro, abbiamo necessità di incrementare infrastrutture".
Lotito sugli aiuti al calcio e sul decreto crescita
"Il calcio ha contenuti e tradizioni che vengono tramandati. Oggi con i fondi questo viene meno perché si parla solo di denaro: noi abbiamo fatto un'opera di salvataggio del sistema, in due tempi partendo dall'anno scorso con una norma che ha consentito, nel post Covid, di dilazionare il pagamento delle imposte. Era dovuto, il cinema ha avuto 1,1 miliardi di fondi a soldo perduto e il calcio nulla. Questo ha consentito la possibilità di avere una visione prospettica di cinque anni, con potenziali incrementali legati alla lotta alla pirateria: lo Stato perde 4 milioni al giorno di tasse e noi perdiamo fra i 200 e 300 milioni all'anno. Decreto crescita? C'è un tentativo di eliminarlo, io più che eliminare le cose in corso, che porterebbero dei danni a tante persone, penso che sia giusto scadenzare in un tempo che salvaguardi cinque anni di contratto la possibilità di modificare la norma. Noi dobbiamo creare par condicio per tutti".