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Rey Manaj, attaccante dello Spezia, ha parlato nel corso di un'intervista concessa a La Nazione del suo momento e di quello della squadra ligure prima del derby contro la Sampdoria.

 Intervista a Manaj sulla Sampdoria

Gara? «Il derby con la Samp? Vogliamo vincerlo. Dovremo andare al Ferraris a fare la nostra partita, con lo spirito giusto. Dovremo andare in campo dando il cento per cento, curando anche i piccoli dettagli. Nel mondo del calcio la voglia di arrivare è spesso determinante, bisognerà avere più fame degli avversari. Noi siamo un gruppo giovane, non abbiamo tanta esperienza, ma con lo spirito giusto sono certo che ci potremo togliere tante soddisfazioni».

Leader?  «Il leader è il gruppo che è davvero molto unito e viaggia tutto dalla stessa parte. Poi ci sono giocatori che già nello scorso campionato hanno fatto molto bene e un pubblico che ci sostiene e ci aiuta»

Manaj sul ritorno al gol

Gol a Marassi?  «È vero, subentrai a Memushaj al 70’ e un quarto d’ora dopo feci il gol del pareggio a Lamanna, una bella emozione. Magari ne facessi un altro anche venerdì prossimo».

Obiettivi?  «Quello di fare gol, ma anche di mettermi al servizio della squadra. Mi vedo attaccante, l’anno scorso ho fatto 15 gol, ma se il mister mi dice di giocare trequartista o attaccante esterno rispetto le scelte e mi adatto».

Picco? «Tifoseria calda, si vede che la squadra e la gente sono una cosa sola. I supporter cantano e soffrono per la loro squadra dal primo minuto al novantesimo, mi esaltano. Mi hanno accolto bene, li ringrazio per gli applausi e per l’affetto che mi trasmettono anche per strada. Dopo un iniziale periodo di adattamento, ora sto benissimo qui».

Manaj sul debutto in Serie A

Debutto?   «Quando feci quel debutto ero ancora tanto giovane e non capivo che è importante arrivare in alto, ma ancor di più restarci».

Thiago Motta? «Mister Motta è un tecnico preparato che cerca sempre di dare il massimo anche in allenamento e fuori dal campo. Assomiglia a Setien per come prepara le partite a livello di intensità. Setien voleva che si desse cento per cento anche negli allenamenti».