La mancata qualificazione al Mondiale di Russia 2018 resterà uno dei punti più bassi del nostro calcio. A distanza di mesi l'ex presidente della Federazione, Carlo Tavecchio, parla ancora del fallimento che, purtroppo, resterà nella storia. Queste le parole rilasciate al Cds: "Sono rimasto solo nel momento della sconfitta. Qualcuno ha creduto di aver risolto i problemi del calcio eliminando Tavecchio. Traditore io? Ventura non fu una scelta solo mia. Andai a casa di Malagò e ci trovi Lippi. Ero favorevole alla sua nomina a direttore tecnico, mi parlarono di Ventura, Lippi era d’accordo, gli è amico.Io sono competente di calcio, e in questo Paese non lo siamo in tanti".

INSIGNE - “La sera prima della partita con la Svezia chiesi a qualcuno di cui farò il nome: ‘Quanti napoletani pensa che ci saranno domani allo stadio? Glielo dico io, trentamila, e tutti quanti vorranno vedere Insigne. E allora tragga lei le conclusioni’. Insigne non giocò, non lo vollero in campo - esordisce Tavecchio - ". Le dimissioni furono un atto dovuto e sofferto, molto sofferto. Il presente è un calcio dormiente e irregolare. Se apre i miei cassetti in via Allegri trova il progetto per rendere sostenibili i campionati e l’attività della Nazionale: 18 squadre in A, 20 in B e due gironi da 18 o 20 in C".

LE VITTORIE DI TAVECCHIO - "Avrei dovuto pubblicizzare con più energia il bilancio della mia gestione: 4 squadre italiane in Champions quando prima ce n’erano due, un regalo ricevuto grazie al sostegno determinante dato dall’Italia all’elezione di Infantino e Ceferin. Quattro partite dell’Europeo itinerante a Roma, non le avrà neppure Parigi. L’introduzione del var, primi al mondo a sperimentare la tecnologia. L’Europeo Under 21 nel 2019 e due pedine importanti in Fifa ed in Uefa. Aggiunga una notevole liquidità nelle casse della federazione presente al momento della mia uscita".