Antonio Vacca si è raccontato in una intervista rilasciata a TMW. Il calciatore del Venezia è risultato positivo al Coronavirus ad inizio mese, queste le sue parole sui sintomi accusati: "Adesso mi sento bene. Sono entrato nella fase asintomatica da diverso tempo. Il giorno che ho fatto il tampone e sono risultato positivo stavo bene, come ho detto. Nei primi giorni invece ho avuto i sintomi del caso: tosse, febbre, dolore alle ossa. Non mi ero mai sentito così male in vita mia: avevo 38 di febbre ma pensavo di averla molto più alta. Mal di testa, mi scoppiava. E poi ero arrabbiato: non mi veniva fatto il tampone, quando mi è stato fatto stavo bene".

LE SENSAZIONI - "In quei giorni dove avevo i sintomi, mi sono spaventato. Guardando la televisione, leggendo cosa stava accadendo, stando in casa con dei bambini, strettamente a contatto, ho avuto paura. Sì, ho avuto paura. Poi si è aggiunta la rabbia, se non fosse intervenuto il Venezia non avrei mai fatto forse il tampone. Se l'ho fatto è perché club e dottore si sono adoperati".

LA POSIZIONE SULLA RIPRESA - "Abbiamo paura, il virus è trasmissibile. Andare in giro per l'Italia per giocare con il terrore addosso non mi sembra una cosa giusta da fare. Come dice la società, è giusto non rovinare anche la prossima stagione che verrà. Serve concludere qui il campionato, guardiamo alla salute".

VENEZIA, LA POSIZIONE DELLA SOCIETA'

Durante l'intervista è stato coinvolto anche il direttore generale Scibilia: "I ragazzi, i calciatori, in questa storia non sono dei privilegiati.Non ci sono le condizioni per ripartire. Oggi farlo rappresenta una serie di rischi non eliminabili. Le probabilità di contagiare altri sono alte. Detto questo andremmo a gravare su una struttura sanitaria già in tensione. Chiedere un percorso privilegiato sarebbe inevitabile e pure ingiusto, poiché sarebbe un danno per gli altri. Per ultimo, ci sono le tematiche già apparse oggi: il rischio di ripartire e fermarsi, il calcio non può correrlo. Sarebbe rovinare questa stagione e pure la prossima".