L'attaccante dell'Inter Lautaro Martinez ha concesso una lunga intervista a "Repubblica". Ecco i passaggi principali: "Mio padre mi ha insegnato che la vita può essere difficile, ma va vissuta. Faceva l’infermiere, era sempre tranquillo, come lo sono io. In campo invece devo imparare a controllarmi di più. Ce la metto tutta, ma ogni tanto mi accorgo di essere ancora giovane".

Inter, intervista a Lautaro Martinez

"Falcao? Lo ammiravo da bambino quand’era al River Plate. L’ho conosciuto in Copa America, contro la sua Colombia. Gli ho chiesto di scambiarci la maglia. Mi imbarazzava, non è nel mio carattere, non l’ho più fatto. Ma quel giorno ho realizzato un sogno. Lui mi ha consigliato di godermi il momento, di guardare sempre avanti”. 

"Lukaku? Aver vissuto esperienze dure ti rafforza. Ti aiuta a tenere i piedi per terra e a lavorare con umiltà. In questo siamo molto simili. Romelu ha solo 26 anni ma ha una grande esperienza di vita e di calcio. Ha segnato molti gol in grandi squadre e conserva un cuore nobile. In campo, il segreto è aiutarsi”.

“Qui sono felice, è casa mia. Conte mi aiuta a migliorare. Mi ha concesso i minuti di cui un giocatore ha bisogno. Si fida di me e io mi sento sicuro. Abbiamo imparato a conoscerci in fretta. Mi sembra incredibile che siano passati solo cinque mesi. La cosa che apprezzo in lui è la passione per il calcio. È profonda e contagiosa”.

“L'Inter è stata una decisione mia. Avevo tante offerte ma le ho rifiutate. Quando è arrivata l’Inter ho capito che era il momento del salto in Europa. Ho scelto il club per la sua storia, per il livello dei giocatori, per l’affetto che ho sentito da subito”.

“Il nostro punto di forza? La mentalità. L’hanno dimostrata i compagni chiamati a sostituire gli infortunati. Non avevano giocato molto, ma erano pronti. È il segno che il gruppo c’è. So che non sembra possibile, ma davvero pensiamo partita per partita. stiamo facendo un grande lavoro, stiamo crescendo. Dobbiamo migliorare la concentrazione e la furbizia nel chiudere le partite. La strada è giusta ma dobbiamo maturare".

“Juve più forte? Sono molto forti. Ma abbiamo imparato a non fare paragoni”.

Icardi? Siamo amici, ci sentiamo. Quando sono arrivato a Milano non mi ha dato una mano, me ne ha date due perché io mi ambientassi. Non conoscevo nemmeno la lingua. È contento di quello che faccio. Anche quando eravamo compagni si dava da fare perché io giocassi al meglio. È· il suo modo di essere”.

"Il mio sogno è di giocare i Mondiali. Nel 2018 ci sono andato vicino”.

"I top club europei mi cercano? Mi conferma che sto lavorando nel modo giusto. Significa che sto crescendo e che sto facendo il bene dell’Inter e per me è la cosa più importante”.