Antonio Cassano ha rilasciato una lunga intervista a 'La Repubblica', ve ne riportiamo uno stralcio: "L'Inter vincerà lo Scudetto, mi ricorda la Juve del primo anno di Conte. Io ero al Milan e noi perdemmo lo scudetto. Certo, la Juve attuale ha due squadre e resta la più forte e completa, ma si vede lontano un miglio che è programmata per puntare a vincere la Champions. Se perde qualche punto per strada e l'Inter resta attaccata, Conte fa il colpo. 

Meglio Allegri o Sarri? Allegri. Un allenatore che ti dà due o tre linee di gioco, ma poi dalla trequarti in avanti ti lascia libero e non ti ingabbia. Però, Sarri ha guadagnato mille punti con la storia di Ronaldo. Ha avuto il coraggio e la personalità di toglierlo e ha avuto ragione lui perché ha vinto. Ma ora niente punizioni per Ronaldo perché continuerà a essere la stella.

Io allenatore? Significherebbe non vivere più. Ti alzi al mattino e per 24 ore devi pensare a tutto: allenamenti,  partite, e poi devi anche dire delle bugie e a me non piace. Tutti ad inizio anno dicono che in rosa i giocatori sono importanti allo stesso modo, ma è una balla. Ogni allenatore ha 7-8 elementi su cui punta e gli altri ruotano. È sempre stato così e lo è ancora.

Quando giocavo io come numeri 10 c’erano Cassano, Totti, Zola, Del Piero e Pirlo. Adesso trovatemene uno su quel livello, fatemi un nome. E' una questione generazionale. Ci sono periodi in cui nascono meno talenti. Poi certo, in Germania hanno fatto un grande lavoro sui settori giovanili e non hanno paura di lanciare subito i giovani. Di Mancini apprezzo soprattutto che fa un calcio propositivo, noi i nostri quattro Mondiali li abbiamo vinti tutti con la tattica e il contropiede. L’ultima grande Italia è stata quella degli Europei 2012 con Prandelli e io c’ero. Lui era un grande tattico ma mi lasciava libertà”.

Razzismo? Bisogna usare il modello Thatcher, Daspo a vita e carcere. Non ci sono più mezze misure, impariamo dagli inglesi. Certe cose sono inaccettabili e inconcepibili, i giocatori sono indifesi, non possono fare nulla. In Italia su tante cose non si ha il coraggio di decidere, qui bisogna farlo”.