Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, dopo l'incontro coi giornalisti di ieri, ha rilasciato una lunga intervista alla "Gazzetta dello Sport". Ecco i temi principali.

Su Garcia

«Nella vita si possono avere dubbi, se c’è stato qualche errore me ne prendo la responsabilità. Le scelte di quest’estate sono state mie, prese con i nuovi collaboratori. Però da qui a parlare di cambio di allenatore… Un cambio di guida tecnica è sempre traumatico e poi non ci sono in giro tanti allenatori che praticano il 4-3-3 con la difesa alta come successo con Sarri e Spalletti che ci hanno deliziato. Ci prendiamo la responsabilità delle scelte, la cosa più facile sarebbe stato prendere un altro allenatore, ma magari si faceva più confusione. E qualcuno avrebbe parlato di “segnale alla piazza”. Ma i tifosi sono molto più intelligenti di quello che uno pensa, quindi uno deve essere operativamente sincero, non bisogna raccontare le frottole. Ora è un momento sì, Garcia si è sentito al centro delle critiche dei media e mi sono dovuto affrettare a tendergli la mano. Gli ho detto: non ti preoccupare, tu vai avanti. Sono stati commessi degli errori, ma noi ci auguriamo non vengano ripetuti e noi siamo qui a darti supporto».

Su Conte

«Non mi chiedete di Conte, sarebbe un’azione di disturbo in questo momento. Con lui abbiamo fatto delle vacanze alle Maldive anni fa. Abbiamo mantenuto dei rapporti, ci sentivamo anche quando stava in Inghilterra. Mi sento ancora con Mazzarri, Ancelotti, Benitez, Reja. Il resto è solo un pettegolezzo che demolisce chi oggi è incaricato di allenare la squadra e che mi infastidisce».

Sull'infortunio di Osimhen

«Dal 2013 a oggi abbiamo incassato – mi pare – 4,3 milioni di rimborsi come partecipazione dei nostri giocatori alle partite delle nazionali, pur avendo sempre più di 10 convocati. Non va bene: secondo me in Nazionale non dovrebbero giocare i 32enni ma neanche i 28enni. E magari sono anche finti italiani. Oggi abbiamo calciatori fortissimi già a 18 anni: ma se non li facciamo giocare, come diventano campioni? E poi il club dovrebbe decidere se accettare la convocazione, poter dire no se è un’amichevole, per esempio. Se io ho pagato un giocatore 50 milioni e mi torna infortunato, dovrebbero risarcire il club del costo, per tutto il periodo in cui starà fuori. Pensate adesso a Neymar...».

Sul rinnovo di Osimhen

«Non sono mai stato non sereno nei confronti di Osimhen, ma si è sempre in due in queste cose: io sono rimasto lo stesso, se il suo umore è cambiato non posso farci nulla. Se dopo una stretta di mano arriva una negazione di ciò che si era detto... La cosa dispiace, ne prendiamo atto ma poi la vita va avanti. Con lui ci sono ottimi rapporti, la scadenza del contratto è nel 2025, c’è tempo. Non dimenticate che ho venduto Koulibaly all’ultimo».

Su Giuntoli

«Giuntoli da sei mesi si era buttato in branda, mi continuava a ripetere: mi mandi alla Juve? E io gli dicevo: sei diventato un sostenitore della Juve? Qui abbiamo sempre considerato la Juve nemica sportiva numero uno, è un altro film questo. Un d.s. deve avere la cultura dell’umiltà e del lavoro, e lui ce l’aveva. Però il colpo Kvara non è suo, è stata una segnalazione a mio figlio Edoardo, “passata” a Micheli e arrivata a Giuntoli. Lui qui ha indovinato tanti giocatori e ne ha sbagliati altrettanti, così va nella vita: è un ottimo professionista che è andato alla Juve con mia grande sorpresa. Giuntoli è stata una intuizione di Andrea Chiavelli e del sottoscritto, lo abbiamo preso da una squadra che dalla C era arrivata in A».