"Sono contento di essere qui oggi", le prime parole di mister Sarri nella conferenza stampa di presentazione da allenatore della Juventus

Il tecnico ha poi proseguito: "È la scelta più rivoluzionaria della mia carriera? Non lo so e non lo penso. Ci vuole un percorso. Quando arrivai al Napoli ero emozionato e contento, ho dato tutto dal punto di vista professionale e morale. Negli ultimi mesi lì ho avuto un dubbio se andare avanti per affetto o se fermarmi perché la testa mi diceva che il percorso era concluso. Poi il Napoli mi toglie il dubbio: presenta Ancelotti, per colpa mia che non davo delle risposte. Ho ricevuto offerte dall'Italia, ho preferito andare all'estero per non passare direttamente dal Napoli ad un'altra società italiana. In Premier ho vissuto un'esperienza bellissima, nella seconda parte per motivi più personali che professionali ho sentito il bisogno di tornare in Italia: è arrivata la Juventus, la più importante di tutte. Penso sia il coronamento di una carriera lunghissima, che nell'80% è stata anche difficilissima. Penso di aver rispettato tutti, compresa la mia professionalità. 

Non ho mai visto tanta determinazione da parte di una società nel prendere un allenatore. Grandissimo atteggiamento, che mi ha convinto. Sono state sensazioni forti.

Sono contento del fermento che sto vedendo in Serie A. E' un anno stimolante per gli allenatori, ci sono i presupposti per creare qualcosa di interessante e colmare il gap con la Premier League, ma sarà un percorso lungo.

Mi aspetto di alzarmi ogni mattina e studiare il modo di vincere le partite. Non è un meccanismo dovuto: rivincere è sempre più difficile che vincere. La Juventus ha l'obbligo di partire per vincere sempre, ma consapevole del coefficiente di difficoltà. Bisogna avere le idee chiare su 2 o 3 giocatori che ci possono far fare la differenza e poi metterli nelle condizioni per farli esprimere al massimo. Non si parte dal modulo. Si deve capire quali giocatori sono adatti, conoscerli, parlarci e intorno ai giocatori più qualitativi costruire intorno il modulo. Ho fatto il 4-3-3, il 4-2-3-1, il 4-3-2-1. Al Chelsea avevo un 4-3-3 diverso da quello del Napoli, dovevo accompagnare le caratteristiche di Hazard. Parliamo dai giocatori che possono fare la differenza, accompagnamoli e cerchiamo di sfruttarli al meglio. Il modulo sarà una conseguenza.

Il mio è un percorso lungo fatto di tanti passi graduali. Mi fa piacere essere nella squadra più importante d'Italia. E questo è un ulteriore passo in avanti, dopo l'esperienza al Chelsea dove ho allenato giocatori molto forti, ma poter allenare Cristiano Ronaldo è un'emozione, perchè è un passo ulteriore in avanti. Vorrei aiutarlo a rompere qualche nuovo record. 

Per 3 anni mi svegliavo e pensavo a come sconfiggere la Juventus, perchè era la squadra vincente. A Napoli mi stanno descrivendo come un traditore? No, ho qualche messaggio che metterebbe tutto in discussione. Il giocatore che sta in un ambiente fa le dichiarazioni per convivere in un ambiente, poi i messaggi personali sono altri e con altri toni. Il resto della domanda ho risposto, ho fatto un percorso al Napoli da cui sono uscito per scelta della società, poi sono andato all'estero e sono tornato in Italia con una società importante che mi ha voluto fortemente. Io penso nella vita di aver rispettato tutti, perché per chi ho lavorato ho dato il 110%. E lo farò anche per questi colori, può essere poco, ma di più non posso fare. Penso siano scelte logiche, senza romanzarci tanto sopra. 

Ho visto questo Club molto compatto e mi ha fatto piacere perchè per me conta molto l'aspetto umano. La Juve è un gruppo forte per mentalità e determinazione. Arrivo con scetticismo come in tutti i club dove sono arrivato. Lo capisco, anche perchè io arrivo dall'altra parte, per la mia esperienza passata. Ma conosco solo un gioco per toglierlo: vincere e convincere, far divertire e fare risultato. Per quanto riguarda Ronaldo, io ho allenato il giocatore che ha fatto più gol in Serie A, mi piacerebbe averne due. Sarebbe una soddisfazione enorme.

Quando un giocatore ha le qualità di Dybala o Cristiano Ronaldo possa giocare in qualsiasi ruolo. Quello che puo' cambiare è solo l'interpretazione del ruolo. L'obiettivo di divertire in campo non è antitetico a quello di vincere. Spesso l'entusiasmo generato da una squadra che si diverte è ulteriore benzina, e non significa che sia una squadra frivola". 

 Domanda per Sarri - Quando nominava certe frasi di andare a prendere il potere interpretava un personaggio? 

"No, volevo andare a prendere il potere e lo scudetto. Era un terreno puramente professionale, ma io in quel momento rappresentavo uno dei popoli che più di tutti amavano la propria squadra e non vincevano da 30 anni. Secondo me in quella stagione non potevamo stare su tre obiettivi, ne abbiamo scelto uno, provando a essere feroci e siamo stati in ballo fino alla fine. Si voleva il potere, lo scudetto, ed eravamo belli convinti. Non ci siamo riusciti, ma è stato un bel viaggio.

La tuta? Parlerò con la società, non ne abbiamo parlato. Io preferirei non andare con la divisa sociale, chiaramente fuori dal campo indosserò la divisa sociale, c'è scritto nel contratto, in campo vediamo. Probabilmente parlerò con 2 o 3 giocatori, per condividere idee, confrontarci, e capire anche cosa pensano di loro stessi e delle loro caratteristiche. Bisogna partire dai giocatori talentuosi, che sono quelli che fanno la differenza: ad esempio Cristiano, Dybala, Douglas Costa e gli altri giocatori di talento, e costruirgli intorno. Ascolterò tantissimo la società, che conosce i ragazzi meglio di me, perchè sarebbe una mancanza di rispetto imporre la mia opinione. 

Allegri lascia un'eredità pesante. Vincere quello che ha vinto lui è difficilissimo. Ha fatto risultati straordinari e vorrei vedere nella squadra quella capacità di risolvere le difficoltà con lucidità che ha trasmesso lui.

La definizione di "integralista" mi sembra esagerata. Negli ultimi anni sono partito con un modulo e ho concluso con un altro.

Non so cosa sia il "Sarrismo". L'ho letto sulla Treccani ma io sono sempre stato così, cambiando grazie alle esperienze, ma rimanendo fedele ai concetti. Sono una persona diretta, forse anche troppo, e ciò porta a scontri, che sono però risolvibili.

Bernardeschi è un giocatore che mi piace. Ha una grandissima qualità: la coordinazione. Gli manca un pizzico di continuità. E' nel momento della sua carriera in cui deve specializzarsi".