L’unica nota positiva del triste derby di ieri sera, in cui per un’ora si è riusciti persino a subire il gioco dell’Inter, risponde al nome di Jesús Joaquín Fernández Sáez de la Torre, in arte Suso. Schierato un po’ a sopresa – ma non certo immeritatamente – al posto dei più esperti Honda e Cerci nel match più importante di questo finale di stagione per il Milan, il giovane spagnolo ha risposto presente in modo davvero convincente.

La caratteristica principale, che già si era intuita nello scampolo di partita disputato contro la Sampdoria, è il tiro; un mancino potente e velenoso anche dalla distanza, che è stata la sola vena di pericolosità portata nella zona di Handanovic. Le tre occasioni principali per il Milan sono infatti arrivate dal suo piede: le due conclusioni dalla distanza respinte dal portiere nerazzurro, e il cross teso che ha poi portato al gol annullato ad Alex.

 

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Ma non solo. Suso ha dimostrato di avere grande coraggio e personalità – merce rara in questa squadra – nel puntare e saltare l’uomo, facendo vedere i sorci verdi a Juan Jesus, e una buona capacità di dialogare con i compagni. La sua intesa con Abate ha dato qualche spunto interessante alla manovra rossonera, che sull’out di destra ha costruito principalmente il suo gioco.

Dopo averlo voluto a gennaio e atteso fino a metà aprile per farlo ambientare senza pressioni, Inzaghi ha scoperto di avere un esterno mancino capace di fare quello che Cerci non ha mai saputo dare da quando è arrivato e Honda ha perso dopo un inizio di stagione stratosferico. Adesso il giovane numero 8 merita continuità, perché su di lui si deve puntare fortemente d’ora in poi.

 

Il suo modo di giocare da regista decentrato, rifinitore e anche bombardiere dalla distanza fanno di Suso un bicchiere d’acqua nel deserto rossonero. Attenzione però a non caricarlo di eccessive responsabilità sin da subito, chiedendo al folletto spagnolo di fare il miracolo e aspettandosi che risolva da solo le partite: i pochi sorsi del bicchiere, per quanto benefici, non sono sufficienti per dare vita ad un terreno che da troppo tempo ha perso le sue fonti vitali. Intorno al fantasista ex Liverpool e Almeria andranno messi altri giocatori capaci, altrimenti il rischio è di perdere l’ennesimo giovane prospetto.

 

Marco Mobilio per Canale Milan