I molti ostacoli che la Roma sta trovando nella costruzione del nuovo stadio nell’area di Tor di Valle ha portato l’entourage di Pallotta a pensare ad un piano B. Secondo quanto riportato da Il Nuovo Corriere Laziale infatti la dirigenza giallorossa avrebbe contattato il rettore dell’università di Tor Vergata per capire se c’è la possibilità di usare i terreni appartenenti all’Ateneo per far sorgere il nuovo impianto.

A fare chiarezza sul piano B di Pallotta è stato Marco Scipioni, presidente del VI Municipio: “Non sono assolutamente contrario al progetto attuale dello stadio. Ho solo posto un problema importante per Roma e per questo quadrante, considerato che l’area di Tor Vergata è già dedicata allo sport e vi sono stati spesi tanti soldi ed effettuate diverse opere primarie. Qui c’è la possibilità di costruire uno stadio di Roma e per Roma, senza dare nessuna compensazione a nessuno. Nell’altro progetto si parla di un milione di metri cubi di compensazione, a Tor Vergata invece questa questione non si porrebbe”.

Sul perché Tor Vergata sarebbe il posto ideale per la costruzione della stadio: “Si tratta di un quadrante che ha una viabilità unica, dato che si trova tra due metropolitane e con il raccordo anulare limitrofo e la Roma-Napoli adiacente. Parliamo di un posto magnifico dove non c’è nessun impatto viario e che non avrebbe nessun impatto nemmeno sui cittadini, perché l’area si riempie e si sgombra solo con le manifestazioni sportive”.

Se il Comune di Roma ha dato un riscontro: “No, ancora nessun riscontro. In compenso lo abbiamo avuto da parte di molti cittadini, secondo i quali questa proposta potrebbe migliorare la situazione attuale dello spreco di denaro pubblico su un’area invece già dedicata allo sport”.



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Se i terreni privati nella zona potrebbero dare adito a polemiche: “Tutta l’area è già dedicata alla città dello sport, quindi bisogna riconvogliare i terreni già esistenti e quelli adiacenti all’ipotetico stadio. Abbiamo a disposizione un sito magnifico che non ha bisogno di cubature inutili o di sperperi vari. Calatrava è un’opera che grida vendetta”.

In questo progetto, lo stadio sarebbe una struttura isolata a Calatrava?Assolutamente no, andrebbe integrata. L’opera è stata realizzata in maniera parziale, vi sono stati investiti molti soldi e tr a l’altro sta andando in malora. È un’opera che rientra tra le settecento incompiute in Italia. Si andrebbe a sanare una situazione che in questo senso è dr ammatica. E non dimentichiamoci che la realizzazione dello stadio creerebbe un notev ole indotto lavorativo nel quadrante. Si potrebbero occupare dalle due alle tremila persone”.


Redazione CanaleRoma