Quella volta, dieci anni fa, lui c’era. E non fu esattamente una passeggiata. Perché per tornare da Napoli a Milanello con tre punti pesanti come monoliti ci fu (parecchio) bisogno di Christian Abbiati. Alla fine il Diavolo sbancò il San Paolo – senza immaginare che nei 9 tentativi successivi non ci sarebbe più riuscito –, medicò la brutta sconfitta in Champions col Real e capì che in campionato sarebbero potute accadere cose molto belle. Abbiati difese la porta da protagonista – vale la pena andarsi a rivedere un riflesso fantastico su colpo di testa di Lavezzi – e a fine gara festeggiò con i compagni. Chi c’era in campo? Bastano due nomi: in difesa c’era Bonera e il centravanti Ibrahimovic.

Milan, Abbiati e Bonera

«Per Daniele è una bella opportunità e sono sicuro che sarà una bellissima esperienza. Gli sta succedendo qualcosa che ti fa crescere per forza. Ha il carattere giusto per affrontare questa avventura, ha giocato tanti anni con il Milan a San Siro e sa bene che cosa significa la pressione. Poi, è ovvio, avrà tutti gli occhi addosso e magari venerdì e sabato non dormirà (altra risata, ndr). Scherzi a parte, ha un buon rapporto con Pioli e se la caverà benone».

Abbiati su Gattuso

«Rino da allenatore non è più una sorpresa. Io l’ho anche vissuto in prima persona quando ero club manager, ho osservato come lavora e cosa chiede ai giocatori, e dico che allenatori come lui ne ho visti pochi. Per me oltretutto è un fratello».

Milan, le parole di Abbiati su Ibra

«In campo direi uguale, e questo dice tutto. Ma mi piacerebbe essere nello spogliatoio per capire meglio in che modo sta aiutando i compagni, perché è qualcosa che da fuori si nota tantissimo. Un altro rinnovo? Vedendo come sta, voto sì».

(Getty Images)
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