La partita della rivincita, in grado di dimostrare che all'Inter, in questo momento, non regnano soltanto sfiducia e geometrie confuse, anzi. Quello nerazzurro ha dimostrato di essere un gruppo affiatato, ritrovatosi nelle nuove convinzioni di de Boer; che dopo la prima uscita con il 3-5-2, poi quella difficoltosa giocata con il 4-3-3, pare si sia definitivamente convinto del fatto che il modulo cucito addosso a questa Inter sia il 4-2-3-1 sul quale Mancini prima di lui aveva lavorato. 

L'equivoco tattico di un Benega regista è stato così presto risolto: lasciato libero di svariare su tutto il fronte offensivo e non solo, l'argentino ha limitato le debolezze che lo avevano colpito nelle prime partite, quando le sanguinose palle perse in uscita avevano condannato l'Inter ai gol di Palermo e Pescara, esaltando le sue qualità più decisive: Banega ha giocato una partita da assoluto protagonista, facendo da collante tra i reparti e dispensando giocate precise e aperture illuminanti.

Una nuova vita, che porta l'argentino molto più vicino alla porta di quanto non abbia fatto nelle precedenti uscite. Lecito, nonostante Banega in queste giornate non abbia mostrato di prediligere il tiro da fuori, aspettarsi più bonus.