La chiamata a Brocchi, poi il vuoto assoluto. L'allenatore, scelto da Berlusconi, avrà solo domani un incontro col Presidente. Un punto di riferimento, che però, come rivelato oggi dal mister, "non mi ha mai condizionato, non ha mai chiesto di far giocare un calciatore invece di un altro". I due si vedranno domani, per fare il punto in vista della finale di Coppa Italia ed, al limite, anche per parlare di futuro. Il Cavaliere sta per dare l'OK alla cessione societaria alla cordata cinese - a patto che possa restare Presidente - e contestualmente Galliani sta risolvendo il contratto di Mihajlovic ed elaborando il 'piano Giampaolo' per l'eventuale successione dello stesso Brocchi.

Che, dalla sua, auspica solo il bene della società: "Io ho sputato sangue per questa maglia e continuo a farlo, per questo sogno il bene del Milan. Voglio rivedere i tifosi felici e la gente col sorriso quando viene a lavorare a Milanello. Se anche non fossi io, spero che qualcuno ci riesca presto. Berlusconi mi ha chiamato stanotte, mi ha chiesto come andava e mi ha detto che verrà a trovarci prima della finale. Mi sono preso del lecchino, dell’incompetente e ogni altro insulto". Provando, però, a reagire. Così come farà anche in quella che potrebbe essere la sua ultima sulla panchina rossonera, e con una novità: il ritorno al 4-3-3, modulo già testato dal suo predecessore. Con Bonaventura alto a sinistra, Bacca al centro, e Honda a destra, e con Luiz Adriano, Niang e Balotelli pronti a subentrare. Un'idea ancora mai sperimentata in partita da Brocchi, ma testata negli ultimi due allenamenti. In mezzo ci sarà Montolivo, pronto a dirigere l'orchestra, e con lui dentro Josè Mauri (o Poli) a infoltire la mediana con Kucka; solo panchina per Bertolacci che, dopo l'infortunio, ancora non ha ritrovato lo smalto migliore.

Per la difesa si punta a recuperare Abate e soprattutto Antonelli, il più in dubbio dopo il fastidio muscolare lamentato contro il Frosinone in campionato.