“L’unica volta che ai miei tempi abbiamo staccato così è stata nel derby col Toro, da 3-0 a 3-3, ma ora sono senza parole perché una spiegazione non c’è”: parola del grande ex Alessio Tacchinardi, che dalle pagine della Gazzetta dello Sport prova a spiegare l’enigma che avvolge le ultime settimane della Juventus, vittima di un’altra rimonta inflitta dal Sassuolo, dopo quella col Milan.

Juventus, spia accesa

“Pensavo potesse essere il gioco chiesto da Sarri, ma mi sono convinto che sono i giocatori a non rendere come dovrebbero”, prosegue l’ex centrocampista bianconero. “E’ più colpa loro: fanno 20’, poi staccano la spina. Scherzano col fuoco, se portano il campionato fino all’ultima giornata sarà un massacro e condizioneranno la Champions. Prima vince lo scudetto, prima la Juve stacca e rifiata. E prima può dedicarsi al Lione, che sarà carico a mille e fresco come una rosa. La spia di pericolo è accesa, ma stiamo facendo il processo a una squadra che è comunque prima con molti punti di vantaggio”.

Centrocampo al di sotto del suo livello

Per Tacchinardi maggiore imputato il pacchetto arretrato: “In difesa non vedo l’adrenalina che ti dà il marcare a uomo: cala la tensione e prendono gol assurdi. E poi il centrocampo viaggia a ritmi troppo bassi tranne Bentancur, in cui un po’ mi rivedo: è un misto tra me, Conte e Marchisio. Gli altri, tutti, sono sotto al loro livello: oggi è facile parlarne male, ma Ramsey e Rabiot li avrei preso anche io. Sono forti, ma devono darsi una svegliata. Piuttosto, la Juve, cercando di essere un po’ più bellina, ha perso la voglia di battagliare”.

Sarri? Da valutare il feeling con i giocatori

Sulla scelta di Sarri: azzeccata o no? “Lo sapremo tra 20 giorni... Bisogna valutare se ci sia feeling tra allenatore e giocatori. Non sarà a livello 100, ma neanche 0, altrimenti non avrebbero fatto partite ottime come con l’Inter post-Lione o dopo il k.o. in Coppa Italia. E non avrebbero segnato un gol come quello di Higuain a Reggio: nasce da una giocata preparata da Sarri. Questo allenatore avrà pure un carattere particolare, ma ai miei tempi molti non parlavano con Capello, eppure remavamo nella stessa direzione. Per questo ho fiducia che molto dipenda da questo strano momento: quando arriverà il Lione, la squadra si accenderà. Penso che passeranno e vinceranno lo scudetto. Ma se non succede, si apre una voragine”.

Juventus, se si abbassa il ritmo...

Una spiegazione a questa Juventus vittima di blackout: “Questa squadra più è rilassata e più non va. Quando gioca come piace a Sarri, può battere chiunque. Ma se abbassa il ritmo, prende imbarcate. E qua si vede la differenza col passato: quando Allegri “rallentava” la squadra, nello stesso momento la abbassava di 50 metri. Adesso no, con Sarri rimane alta e, quando non è in condizione, finisce in un bagno di sangue. Ma è per giocare così che è stato preso e fa bene a morire con le sue idee”.

Ronaldo non è quello di qualche anno fa

Le condizioni di Ronaldo: “La carta di identità, ahinoi, è sul tavolo anche per lui: non è quello di qualche anno fa. Vediamo il Ronaldo vero solo a tratti, ma è talmente forte che sa gestirsi: quando conta, raggiungerà il suo livello migliore pure lui”.

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