Nell'ultima puntata del format "A casa con la Juve" il protagonista è stato il tecnico dei bianconeri, Maurizio Sarri. Tanti gli argomenti toccati dall'allenatore, questo il commento su cosa lo ha colpito di più in questi primi mesi di panchina alla Juventus: "Ci sono due cose che mi hanno colpito: l’amore e l’odio. Siamo circondati dall’amore in tutte le città in cui andiamo, ma anche da odio. Noi siamo quelli ‘favoriti’ dagli arbitri, ma guardi i numeri è parlano chiaro, sono impressionanti. Sono stato fischiato a Napoli io, a Torino i tifosi della Fiorentina hanno insultato mia madre. Questo ti fa capire che odio c’è per questa società, e questo ti porta a innamorarti della tua realtà".

LA PREMIER - "Forse c'è la sensazione che i giovani possano avere più opportunità. Io non ci vivrei mai perché sono attaccato alla mia terra. Quanto al calcio, un po' la Premier manca, perché c'è un bel clima intorno alle squadre. In un anno non ho mai sentito un coro contro ma solo grande tifo per la squadra di casa".

LA SCARAMANZIA DI SARRI - "Siamo così tanto legati agli episodi e a cose che devono fare altri, che la mente di un allenatore diventa sempre scaramantico. Episodi ne potrei raccontare tanti: quando ero in Eccellenza avevo la fissazione di mettere sempre la macchina allo stesso posto, i ragazzi se n'erano accorti e ogni tanto mi mettevano la macchina lì apposta. Una volta diedi a un ragazzo tre minuti per spostarla, poi misi la prima e gliela spostai.. la partita finì 2-0 per noi".

I PROSSIMI VIAGGI DI SARRI - "Dove vorrei andare quando sarà possibile viaggiare?Roma per la finale di Coppa Italia. E poi una città europea perché vorrà dire andare avanti in Champions".