E' a Berlino per la premiazione dei Laureus Awards di questa sera, e ha parlato alla Gazzetta dello Sport di Milan, e del campionato italiano. E Ruud Gullit appare perplesso sull'attuale progetto e proprietà dei rossoneri: "E’ difficile dire che il Milan faccia bene. Non ha ancora uno stadio suo, e sappiamo quanto sia importante", spiega la leggenda olandese. "Ma soprattutto non sai chi sia davvero il proprietario e cosa voglia. La società è passata di mano due volte negli ultimi anni e non c’è chiarezza. Con la Juventus conosci qual è la proprietà e cosa ha in mente. Nel caso del Milan non riesci a capire se lo gestiscono solo per un investimento o con un’idea precisa. Dev’esserci, altrimenti avere successo è impossibile. Spero lascino lavorare Maldini e Boban, sanno cosa fare.

Gullit: Milan, guarda l'Ajax

Il piano giovani voluto da Gazidis da solo non basta: "Con giovani non puoi vincere: devi avere sempre giocatori con esperienza a guidarli. L’esempio più recente è l’Ajax della scorsa stagione: è bastato inserire tre uomini con un po’ di anni e sono arrivati a un passo dalla finale di Champions".

Su Ibrahimovic: "Ha dato una grossa spinta e con lui la squadra ha più coraggio. Pioli o Allegri nel futuro? E perché non Rijkaard? Vuoi attaccare? Allora devi prendere un olandese. C’è stato Seedorf, lo so. Ha pagato l’inesperienza, non gli hanno dato tempo".

Gullit: "Sarri sembra abbia dubbi"

L'ex Pallone d'oro ammette che non si sarebbe aspettato un campionato di Serie A così aperto: "No. La Juve soffre, meglio…Sembra strano detto da un milanista ma ho visto Conte al Chelsea e ho un debole per lui. Ha chiesto Lukaku a tutti i costi, in tanti erano scettici e invece Lukaku ha sfondato. Cosa non va alla Juve? Non voglio essere critico con Sarri, guardo Conte Allegri o Ancelotti e so come giocano, con Sarri non lo so. O meglio, non lo so più. Quando era la Napoli lo sapevo, adesso schiera ogni settimana una formazioni diversa, sembra abbia dubbi su come giocare.

Gullit dice la sua anche sul connazionale De Ligt: "E’ un grande talento. Ma è cresciuto in un ambiente che come filosofia calcistica provilegia il possesso palla. Quindi impostava, saliva, creava. Adesso deve pensare a cosa succede quando si perde palla. Ma è fortunato perché con Chiellini, frequenta la migliore scuola possibile per lui. E in nazionale ha Van Dijk. Deve stare più tranquillo, tutto qua”